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di plU commovente, di
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più solenne, che questo
gran re spirante presso le ru ino della santa città, che scrive
alla figlia: '
cara mia, la misura , con cui noi dobbiamo amar
Dio si
è
amarlo senza misura ;
che esor ta
il
suo erede a
mantenere
le franchigie depopoli in {avor.e ed amore;
che,
congedatosi dai suoi parenti e ' dagli' intimi suoi amici, non
vuol più ' pensare ad altro ' che a Dio; ed invocando san Dio–
nigi, ripetendo il nome di Gerusalemme terrena" cui a veva
anelato, 'apre gli occhi alla celeste.
-
. La perdita di lui gittava- nella massima costernazione
l'esercito ·cristiano, rima sto senza capi, essendo Filippo gl'a':'
vemente- inferrno ; ma giunse in quel punto da 'Sicilia Carlo
d'Angiò, e preso 'il
comando
della ' guerra. vi crociati, con–
tenti di poter uscire finalmente dal vallo, riportaron? ·.tale
vittoria ui nemici, - che il re di Tunisi propose pace e com–
pensi per 'le spese della guerra ai Franchi, 'ed un annuo
tributo al re di Sicilia.'
( La sua proposta ' fu' accettala , e ' concluso un trattato fra
il figlio 'di Luigi 'IX, Filippo l'Ardito ? Carlo d'Angiò ; re di ,
Sicilia; Tibaldo , re di avarra , e Abou- bd-Allah-àlohammed,
che 'stabiliva . la -durata di quindici anni di buon e e paci–
fi che, relazioni fra ' le africane spiaggia c le sponde del!a,
cristianità.
I 'Francesi riportavano in patria -le ossa ed il cuore del
santo loro re, che . la Chic a po cia · glorificava cogl i onori
degli altari
(H.i ).,
.,
Poco tempo dopo il principe Edoardo, Qglio di Enrico III,
seguito dal' conte di Bretagna e da trecento cavalieri,
"fu
l'ultimo prin cipe 'che' passò il mare per la liberazion e di
Ger usalemme:
. Cinquecento crociati frigi si erano riuniti al piccolo eser–
cito 'di. lui, e fra essi era Tibaldo, arcidiacono di Liegi, cui
r
.
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"