Table of Contents Table of Contents
Previous Page  21 / 652 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 21 / 652 Next Page
Page Background

...........

:

..

.

'.

Massimo Quaglino: «Crocevia di Salita Margh erita

».

La collina offre alla

città

il dono del suo verde e della sua aria pulita,

ma la

città

può contaminare la collina

distrutto. Ma perchè? La trattoria stessa, dove

possedevano il segreto delle squisite anguille

in gelatina, non esiste più: ha ceduto le sue

mura a non so quale «night », dove certo

non metterò mai piede: mentre i balconcini

barocchetti , di ferro battuto, ricordano ancora

all'ignaro passante l'antica nobiltà che si è

voluto deturpare. Era proprio necessaria tutta

questa rovina? Perchè non adattare

il

nuovo

locale alla bellezza del vecchio, senza guas tare

nulla? A me sembra che sarebbe stato non sol–

tanto possibile, ma facilissimo. Non sono man–

cati i mezzi e neanche , forse, la volontà : sol–

tanto l'intelligenza , soltanto « l'idea »!

Peggio ancora, poco più su , quando ci adden–

triamo nella valletta, e arriviamo a quel casale

largo, basso, a sinistra della strada, e di faccia

al gioco di bocce, che si chiamava semplice–

mente « Osteria Mongreno » e che oggi è di-

8

ventato « La Piola », come annuncia un enor–

me cartello in stile falso rustico , con ruote di

carro per insegna, tipo saloon per cow-boys , e

tutta l'atmosfera , fuori e dentro, di un western

da fumetto.

La decadenza del gusto

Solo i tetti, color vecchia barbera, sono ancora

quelli: ma non dubito, alla prossima visita,

di vederli coperti di paglia, di lamiera, o di

plastica ondulata.

Proseguiamo. Risaliamo fino a Mongreno. E ,

finalmente , ritroviamo la pace, la solitudine,

le prode coi boschetti di carpini e di noccioli,

l'incanto che cercavamo. Senonchè , anche qui ,

appena entriamo nel parco della villa che è

sul poggio, tocchiamo con mano un'altra, an–

cora più triste, realtà. Eh sì! La decadenza

del gusto non è cominciata oggi, ma trenta o

quarant'anni fa, forse ancora prima.

Il terreno di questa meravigliosa proprietà,

una delle più belle della nostra collina, ha la

forma allungata di una nave: sottile, stretto,

occupa l'intera cresta del poggio, e si affaccia

da una parte sulla valletta del Cartman, dal–

l'altra verso Reaglie, offrendo lo spettacolo di

un ineguagliabile doppio panorama: Superga,

tutte le Alpi, Torino lontana. Ma ecco: l'in–

fame, l'orrenda balaustrata di cemento che di–

fende il terreno, dalle due parti, per tutta la

sua lunghezza, è quasi sufficiente, da sola, a

guastare ogni cosa. La villa stessa, costruita

negli anni trenta e ampliata recentemente,

offende l'occhio senza rimedio: mentre ,

accanto, nel bosco,

la

vecchia casa, oggi ridotta

a rustico, è opera di un'assoluta perfezione

architettonica. Perchè, mi domando angosciato ,

perchè questa bellezza « non è stata vista »?

Che cosa ci voleva a capire che sarebbe bastato

impiantare i termosifoni e un paio di bagni

nella vecchia casa? e che , oltre tutto, si sa–

rebbe anche risparmiato?

Innovazioni e pregiudizi

Tra i molti e complicati problemi di una società

in via di sviluppo, non c'è dubbio che l'edu–

cazione del gusto sia il più difficile. Nè si

invochino, per carità, le necessità economiche.

Quasi sempre, conservare costa meno che in–

novare. Le innovazioni non sono mai, o quasi

mai, dovute a princìpi di sana amministrazione,

ma piuttosto, ahimè, alla vanità, alla retorica,

agli stupidissimi pregiudizi della moda.

I posteri ci giudicheranno dalle mura che ab–

biamo innalzato. Gli architetti non sono che

lo specchio della nostra coscienza: la sentenza

che noi diamo di noi stessi, involontaria, im–

placabile, e perfettamente intelleggibile alle

generazioni future. Già l'epoca fascista po–

trebbe essere giudicata come una delle peg–

giori della nostra storia più recente soltanto

dallo stile funereo e presuntuoso delle sue

case e dei suoi monumenti.

Per fortuna, i difetti dell'attuale architettura

sono minori dei difetti dell'architettura fasci–

sta: ma esistono. E la collina torinese, proprio

per la sua antica bellezza, è un terribile banco

di prova. Dobbiamo affrontare con pazienza,

con studio, con amore tutte le difficoltà , e

dobbiamo superarle.

Mario Soldati