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GIOVANNI PRATI A TORINO

e seduta la proposta della Giunta, rendendo così

omaggio al Prati che cercò di dimostrare in svariati

poetici componimenti il suo amore a Torino, esaltan­

done le storiche memorie e la Casa Sabauda di cui

è la culla.

Nel famedio, la salma riposò sino al 30 giugno

1923 in cui fu trasportata a Dasindo Trentino, libe­

rata dalla vittoria delle armi italiane.

Ricordo di essermi molte volte fermato prima

della grande guerra, davanti alla tomba del Prati

ovepietosemani femminili, memori dellecommoventi

«Ballate », delle soavi

Lettere a Maria

e di quelle

Passeggiate solitarie

che tuttora nella lettura sono

sorgente di emozioni e vantano versi di romantica

bellezza, avevano deposti omaggi di fiori. Una epi­

grafe semplice, ma commossa lo ricordava:

QUI STANNO I MORTALI AVANZI DI

G I O V A N N I P R A T I

l

a l t iss im o

p o s t a

CHE

CANTÒ DIO, LA NATURA, L ’UMANITÀ

LA PATRIA

ITALIANO, ESULE IN ITALIA

NE VATICINÒ I DESTINI.

NATO A DASINDO DI TRENTO

IL 27 GENNAIO 18 15

MORTO A ROMA IL 9 MAGGIO 1884

TORINO SUA PREDILETTA

IN QUESTO FAMEDIO ACCOGLIEVA

IL 27 LUGLIO 1884.

Ancora l’ho davanti agli occhi e ricordo che leg­

gendola e pensando alla bontà e alla fede superba,

profonda, devota, del poeta nella Casa Sabauda re­

stauratrice delle fortune d’Italia, m’intenerivo am­

mirato.

Oggi lo onora la sua Dasindo, liberata da ogni

giogo, inquadrata in un’Italia nuova profondamente

trasformata, tutta fremiti e canti di giovinezza,

fervore di opere, costruttrice di nuove fortune.

L’Amministrazione comunale volle inoltre degna­

mente onorare questo illustre torinese d’adozione

dedicandogli una via cittadina molto centrale (una

trasversale di piazza Solferino) ed una scuola ele­

mentare, quella di via Saluzzo.

Fece pure apporre una lapide con la seguente

epigrafe sulla casa in piazza Vittorio Emanuele I, 23,

attuale piazza Vittorio Veneto, in cui il Prati abitava:

IN QUESTA CITTÀ ABITÒ LUNGAMENTE

G I O V A N N I P R A T I

POETA DEL RISORGIMENTO ITALIANO

NATO A DASINDO a 2 7 GENNAIO 18 15

MORTO IL 9 MAGGIO 1884

A ROMA

NEL SOGNO LUMINOSO AVVERATO

DELL’ITALIA RIUNITA

SOTTO IL REGNO SABAUDO.

Se il Prati che era pieno di vita, fremente di

ardore, arso d’amor patrio, amante di ogni bellezza,

vivesse in questi tempi nostri che la gioventù urge

alle porte della vita col senno, col braccio, coll’in­

gegno, pronta ad ogni più arduo cimento, a 1V

certo trovate nel suo cuore nuove e inesauste tonti

di poesia per celebrare degnamente un’epoca che

ha tracciato nella storia d’Italia un solco luminoso

che i secoli non potranno mai cancellare!

GIOVANNI DROVETTI