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DURANTE DURANT I

come le altre opere (tragedie, discorsi, lettere, ecc.)

cadute meritamente in abbandono, e del Duranti

non si ricorda più che

L ’ Uso,

la migliore, non ha

dubbio, delle opere di lui, benché non si levi, tranne

in qualche punto, molto alto da terra ».

Egli é di gran lunga inferiore al Parini: fu pago

tuttavia di derivare da lui il criterio e gli intenti,

facendosi banditore, più con la mente che con la

fantasia, del vero e del buono, mirando di istruire

i suoi contemporanei e a farli migliori. Figlio del suo

tempo con la satira, dal materialismo sensistico e

gaudente, si sollevò ad un idealismo etico che indub­

biamente è l’espressione di un mondo spirituale

superiore, e in ciò sta il suo merito e la sua lode.

GUIDO BUSTICO

A P P E N D I C E

T r e l e t t e r e a C a r l o E m a n u e l e I I I

I.

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a r d e g n a

.

La somma clemenza, colla quale Vostra Maestà si è

degnato «li gradire la dedica delle mie rime, mi lusinga

grandemente, che non isdegnerà ancora questo debito rive­

rentissimo uffizio di ringraziamento. La Maestà Vostra col-

l'Augusto suo nome dà all’opera mia quel fregio, che basterà

a renderla chiara in ogni tempo, e col suo benigno aggradi­

mento mette i miei desideri a quel termine, oltre il quale

non poteano giungere. Imperciocché essendo io fin dalla

prima gioventù onorata e riverita nell’animo mio per la

sua molta virtù la Sacra l’ersona della Maestà Vostra, ho

sempre nello stesso tempo desiderato secondo la possibilità

•Ielle mie forze di manifestarle la devozione mia. Cresciuto

poi in me cogli anni questo vivissimo desiderio, ed avendo

10 in questo frattempo per inclinazione di natura e per eser­

cizio d’ingegno alcune cose scritte sopra varie materie in

versi toscani, pensai tosto, che se io potea indirizzarle alla

Maestà Vostra, grandissimo onore mi sarei procacciato, e

insieme nel miglior modo recato a line un tale mio desiderio.

11 che per estrema di Lei beneficenza essendo avvenuto la

contentezza e felicità mia non può essere maggiore. Altro

in fine non mi rimane a desiderare, che l’onore di esser ai

suoi piedi più sollecitamente, che per me si potrà, per pre­

sentarle l'opera, e il raccomandarmi ora colla maggior rive­

renza nella sua Reale grazia e protezione, desiderando alla

Sacra Reale Maestà Vostra quelle maggiori felicità, che

convengono a un tanto e si degno Monarca.

Brescia, li 5 Aprile 1754.

II.

Spero che V. M. non chiamerà in me temerità il venire

a suoi piedi con questa ossequiosissima lettera nel primo

momento del mio arrivo in patria. L'estrema clemenza,

colla quale si è degnata di accogliere da vicino la mia per­

sona e il mio libro, ha fatto nascere in me questa viva

fiducia; siccome mi pone in necessità anche di lontano di

passare alla Maestà Vostra questo riverentissimo uffizio

di ringraziamento. Supplico nello stesso tempo V. M. di

volere aggradire due quadri di pittura, l'autore de' quali è

pure della mia casa, e voleva in ciò per suo diletto e con

qualche fama esercitarsi. Il Sig. Cavaliere Ottono, cosi pre­

gato da me li porrà ai piedi di V. M. a nome mio e avendo

ella degnata con tanta clemenza la mia poesia, degni ancora

la pittura della mia famiglia, che con ciò saranno messi al

colmo i miei desideri. Prego infine la Maestà Vostra della

continuazione della Reale sua grazia, e protezione, deside­

randole dal cielo tutte quelle maggiori prosperità, che con­

vengono ad un sovrano cosi grande e incomparabile.

Della sacra Maestà Vostra

D. D.

Brescia, li 15 Marzo 1755.

III.

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S

a v o ia

.

Mio desiderio sarebbe stato di essere personalmente ai

piedi di V. A. R. nel giorno suo natalizio. Non avendo potuto

recarlo ad effetto vengo collo spirito, e con questa ossequio­

sissima lettera, alla quale giungo una epistola, la quale

mi lusingo, potrà non esserle discara, non per se stessa, ma

per l'umanità e demenza estrema da cui da V. A. R. viene

risguardato l’autore. Io pongo certamente questa fra le

maggiori felicità, che bramar possa, e ciò mi darà animo

senza dubbio di farla al mondo palese nei miei scritti; nei

quali se non vi sarà bellezza e gravità di stile e di pensiero,

apparirà almeno una sincera gratitudine, una ottima volontà

verso l’Augusta Persona di V. A. R. a cui prego con tutto lo

spirito in cori avventurato giorno da Dio tutte quelle mag­

giori felicità, che meritamente le si convengono. Mi racco­

mando colla più profonda venerazione nella sua Reale

grazia e protezione.

Brescia, li 22 Giugno 1755.

(1) Scritta contro il dottor Sharp: la versione è di

G

ir o lam o

P

ozzo li

(Milano, G.

Pi

rotta, 1818, in-8°). L ’ac­

cenno agli scrittori bresciani a pagg. 100-103.

(

2

)

G. Bi

stico,

L'Accademia bresciana degli Erranti,

in • Ateneo Veneto •. anno XXXVIII, voi. I, fase. 3. maggio-

giugno W15.

(3)

II Pregiudizio.

Canti dodici di Antonio Brognoli.

Venezia, per il Colombani, 1766. in-16: t. 2.

(4) Fra gli avi del Durante vanno ricontati un Giorgio

e un Faustino: il primo nato a Brada, buon dilettante di

musica e valente pittore particolarmente di fiori e uccelli,

morto nei 1755. il secondo pare pittare di uccelli: preieri

all’olio la miniatura.

(5) Lettere al Padre, del 22 luglio 1823.

(6) Lettera del 31 luglio 1748 a Girolamo Renier, a

pag. 31 delle

Lettere autografe

più innanzi dtate.

(7) « Instruction du Roi au Corate Durante Dotanti '

pour sa commissioo de Parme », en date du 26 avril 1771.

dt. dal Bedarida,

Parme et la France du 1748 a

1789,

a pag. 62.

(8) • Relation dea aodiences et da traitement accordés •

par la coor de Parme an corate

D. D.,

ai mai

1771 »; •

Rela­

zione a

V. M. del

conte

D. D.

ano gentiluomo di Camera

•opra la Corte e lo Stato

di

Parma », fase, in foL di pagg.

24;

• Storia segreta della Corte di Parma • «telo stato in cm

travolta il Conte

D. D.

l’anno

1771

quando «gH fa onorato