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Ad esprimere in modo evi­

dente i risultati raggiunti me­

diante il servizio di prevenzione

valgono anche le statistiche che

ci dimostrarono una notevole di­

minuzione di incendi in stabili-

menti industriali dove appunto

si esplica maggiormente l ’attività

di questo servizio.

(Iran parte delle cause d'in­

cendio sono dovute a trascura­

tezza o a negligenza, come le

inavvertenze nell’uso dei lumi a

fiamma libera, nel travaso di

liquidi infiammabili, nell’impiego

dei fiammiferi, le imprudenze dei

fumatori, l’eccessivo riscaldamento dei camini, ecc.

Ma buon numero degli incendi può essere evitato

ancora eliminando il pericolo permanente che deriva

dai difetti d ’impianti specialmente industriali; difetti,

ben inteso, considerati tali, sotto il punto di vista

della prevenzione incendi.

Così, l ’insufficiente isolamento dei conduttori elet­

trici o i possibili scintillamenti di apparecchi e mac­

chinari in genere in ambienti ove le esalazioni di gas,

vapori o pulviscolo possono formare coll’aria miscele

esplodenti; l'irrazionale costruzione di certi forni ed

essiccatoi; l’eccessivo accumulamento di materie com­

bustibili ed infiammabili o soggette alla combustione,

ed infiniti altri casi possono costituire pericolo di

incendio tanto più grave quanto esso abbia, per le

condizioni di ambiente, la possibilità di propagarsi a

depositi di merci o di materiali troppo attigui, o

peggio ancora ad alloggi, ove al danno della distru­

zione delle cose si può aggiungere, specialmente di

notte, la perdita assai più grave della vita delle

persone. I cittadini hanno spesso visto chiaro questo

pericolo chi in un rione e chi nell’altro della

città

Purtroppo la fiducia (a volte eccessiva) nel risar­

cimento dei danni da parte di Compagnie d ’Assicu-

razione toglie, o riduce, ai proprietari di stabili e

d'industria, il naturale stimolo a salvaguardarsi dai

casi d'incendio anche nei riguardi dei danni a terze

persone.

Vi sono però industriali che, rendendosi ben conto

che in caso di incendio al danno della distruzione degli

stabilimenti si aggiungono gli altri non minori in con­

seguenza della sospensione della lavorazione, prov­

vedono ad usare convenienti misure di prevenzione,

spingendole fino alla istituzione di propri Corpi di

Pompieri.

Si

vede quindi in Torino la Fiat che per organiz­

zazione. materiale e uomini potrebbe provvedere al

servizio estinzione incendi di una intera città.

Per l ’organizzazione di questi Corpi, le Ditte si

rivolsero al Corpo torinese dei Pompieri, e ne otten­

nero la più completa collaborazione.

A buon diritto si può quindi asserire che il ser­

vizio prevenzione incendi oltre a raggiungere uno

scopo altamente umanitario, tende anche a tutelare

l'interesse del patrimonio nazionale: poiché riduce la

reale distruzione di ricchezze trascurata o dimenticata

nel gioco d ’interessi fra assicuratori e Società d ’As-

sicurazioni, sorto dalla necessità di concedere quella

maggior tranquillità negli affari che infonde il co­

raggio alle piccole e grandi iniziative commerciali e

industriali.

Fra le ricchezze da salvare con ogni cura dalle

insidie del fuoco vanno ricordate ancora quelle che

rappresentano il patrimonio artistico e colturale, la

cui distruzione aggiunge al danno materiale quello

assai più grave della perdita di preziose ed insosti­

tuibili opere del genio umano. (L’incendio della

Biblioteca Nazionale di Torino, avvenuto il 26 gen­

naio 1904, rimane purtroppo celebre per le numerose

e preziose opere in esso perdute). Anteriormente,

il 5 dicembre 1667, un incendio distruggeva una delle

gallerie del Palazzo Madama e con essa molte preziose

curiosità che vi aveva raccolte Carlo Emanuele I.

E lunga è la pietosa Usta delle chiese di Torino le

cui opere d’arte andarono distrutte dal fuoco:

1532: Cappella Ducale (la cassa d ’argento in

cui si conservava la SS. Sindone rimase miracolosa­

mente illesa benché completamente avvolta dalle

fiamme).

1653: Corpus Domini (aitar maggiore, taberna­

colo, baldacchino, soffitto e organo).

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