

La “ Regai Torino,, e un’imitazione Carducciana
P
i le più alte e tragiche liriche che ci ha lasciate
il Carducci, indubbiamente è da annoverarsi
l’ode
Piemonte
che il poeta scrisse nel 1890, quando
in lui la passione aveva ceduto alla calma serena e
oggettiva della storia. Se molti anni prima il Giusti
e il Berchet avevano bestemmiato Carlo Alberto,
• l’esecrato Carignano », ora nell’ode
Piemonte
il
Carducci poeta vuol rendere onore al Re Sabaudo
«per tant’anni bestemmiato e pianto », e lo esalta.
E col Re esalta l’esercito piemontese, che più in
nanzi, diventato italiano, doveva essere — sono pa
role del Carducci — la parte più educata e più
resistente della nazione e che in lui la patria può
sicura affidarsi e tutto a lui ripromettersi. E vera
mente l’ode saffica sembra un frammento di una
grande epopea nazionale.
L’argomento suggestivo aveva già trovato dei
precursori: fra tutti basterà ricordare il nome di
Costantino Nigra, che nella «Rassegna di Novara »
scioglieva un tributo di ammirazione e di affetto
verso Cario Alberto e verso l’esercito, che infatti
l’ode del Nigra è la vera e più grande esaltazione
delTEsercito italiano.
Fu presente il carme del Nigra al Carducci,
mentre stendeva la sua ode? Noi crediamo di sì
per i ritorni che vi risuonano, per gli episodi che si
ricordano, per gli epiteti che vi rivivono, per il suono
stesso di certe parole, per l’incontro di molte imma
gini, per l’atteggiamento stesso stilistico (1).
Costantino Nigra nel 1861 compose il suo carme,
che pubblicava però più tardi, nel 1875, a beneficio
della «Società degli Ossari di S. Martino e Solferino »,
e che ristampò più innanzi nel 1892, per quel mede
simo scopo, am un’appendice di alcune lettere di
illustri italiani dirette al senatore Luigi Torelli, ispi
rate dalla lettura di quel carme patriottico.
Il
Nigra immagina nei sud versi Cario Alberto,
che per poco risuscita dalla tomba di Superga, nella
notte che precede il dì dei morti, e passa in fanta
stica rassegna sui campi di Novara, comune campo
di gloria e di sventura, le ombre dei soldati di tutte
le anni dell’indipendenza d’Italia.