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UNA MOSTRA DI DISCEPOLI DI FELICE CASORATI

P M h U r i M ra toM a l . B

s s

U

m

quei principii fondamentali che costituiscono un’ar­

monia di intenti e di finalità — piena libertà nel ma­

nifestarsi delle singole personalità, alcune già mature

e definite altre ancora indecise e suscettibili d’ulte­

riori rivelazioni.

Posizione emergente quella del Bonfantini, colla

sua arte dalla pennellata austeramente aristocr tica

e sicura, che dà convincente prova della sua maturità

specialmente nei suoi

Cavalli nella stalla

(e fra tutti

nel

Cavallo nero solo,

condotto con severo inten­

dimento).

L’intonazione generale della sua produzione è a

tutta prima apparentemente tetra: plumbei i cieli,

cupe le masse d ’alberi accarezzate da pallido sole

Solitari viaioni asfaltati in forte contrasto con i toni

aspramente scuri di annosi alberi (per esempio quello

— fra le opere che più possono giustificare consi­

derazioni che seguiranno — isolato, che si staglia

col suo denso fogliame su un cielo cenerognolo az­

zurro e su una pianura che appunto una striscia di

sole malato

tenta di rallegrare) ; ponti che si disegnano

nella loro nervosa, poderosa struttura su cieli legger­

mente argentei; dimore patrizie nella loro nostalgica

vetustà, all’ombra di secolari alberate, sono i temi

preferiti dal Bonfantini, la cui arte, anche nelle

nature morte equilibrata prova dell’ascendente che

ha sui discepoli quella pensosa e lungamente medi­

tata del maestro, è già consacrata in importanti

esposizioni avendo egli già esposto a Venezia ed alla

Quadriennale romana.

Un suggestivo paesaggio autunnale:

Veduta sul

Po,

nell’eleganza del taglio, nelle delicatezze croma*

tiche delle piante che si riflettono nella dolce pe­

nombra delle acque, specialmente rivela, nella tecnica

raffinata della Lattes, gusto e signorilità di propositi,

non meno manifesti nelle trasparenze d’una

Finestra

aperta

che offre la veduta d ’un gioco prospettico di

costruzioni felicemente risolto ed in una

Natura

morta,

ben composta, dalla vigorosa pennellata ed

efficacissima di colore.

Produzione che si manifesta nei più vari aspetti

con uguale espressività e sicurezza quella della Lattes

(ricordiamo anche un

Interno di cucina

dalla volta un

po’ a soffitta, colle pareti azzurre, dove non manca

la nota lievemente caricaturale della massaia affaccen­

data nelle cure domestiche), ben la rappresentano,

nella figura e nelle nature morte., i disegni, per

esempio, quello della mezza figura di

Donna seduta,

che ricorda i più significativi del maestro.

Già presente alla Quadriennale romana, alle

mostre di Firenze e di altre città, ritratti e nudi

confermano l ’acquistatasi notevole posizione della

Levi Montalcini, della quale riproduciamo

Bambine,

opera che, considerate le intenzioni e la speciale

tecnica seguita dall’artista, rivela i soddisfacenti

risultati a cui è giunta, non minori in una

Foresta,

che fendono i taglienti sprazzi d’una luminosità

solare.

Una particolare poesia, una tristezza che incombe

quasi su tutte le sue opere distinguono il Chiara,

rivelandolo artista veramente ispirato in quel senso

spaziale che acquistano i suoi cieli, le sue marine

e le sue vedute di paese, dipinte fra Paraggi e Santa

Margherita Ligure (ci riferiamo specialmente — fra

le opere che più possono suscitare sensazioni che