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Il cinquantenario del Tempio Israelitico di Torino

R icorre in questi giorni il cinquantenario di una

delle più belle opere di architettura che vanti

Torino:

I l Tempio Israelitico.

Si potrebbe quasi dire il più bel tempio israelitico

d ’Italia, perchè gli altri moderni delle altre Comunità

d ’Italia, a ll’infuori del sito più acconciamente pre*

parato fra aiuole e giardini, non possono competere

con quello di Torino nella maestosità di creazione

e nella ricchezza di ornamentazione. È noto infatti

che non potendo i monumenti ebraici aver orna­

mento di pitture o scolture, la ricchezza artistica in

essi sta tutta nello sviluppo architettonico, e in

quello delle linee nei fregi.

La storia della costruzione di questo Tempio si

riallaccia alla soluzione del problema della

Mole

Antonelliana.

La Comunità ebraica torinese, per

esprimere la sua riconoscenza verso la nuova Italia

che le aveva donato l’emancipazione e per attestare,

con un monumento architettonico ad ornamento di

Torino, i suoi sentimenti di affetto alla sua Città,

aveva acquistato dalla Casa Reale il territorio su cui

l ’architetto Antonelli doveva far sorgere un Tempio

Israelitico. Il progetto iniziale subì varie modifica­

zioni che complicarono colla diversa costruzione

anche le basi economiche di quello primitivo, ed

il grandioso edificio, incominciato nel 1864, non era