

IL CINQUANTENARIO DEL TEMPIO
a gas, inonda di luce con sette grandi lampadari del
mezzo, con gli altri più piccoli laterali e ton le mille
fiammelle elettriche diffuse intorno alle arcate e alla
tribuna dove si recitano le preghiere.
La spesa fu contenuta pressapoco nei limiti del
previsto, ma questo fu possibile perchè munifici
Israeliti si erano assunti di contribuire in offerte
particolari, come delle colonne da parte del barone
Weil-Weiss di Lainate e delle porte e del pulpito da
parte del banchiere David Emanuel Levi.
Nell’interno diverse lapidi, pur in stile, com
memorano importanti avvenimenti che la Comunità
ha celebrato; così si ricordano l’opera liberatrice di
Carlo Alberto, la Vittoria delle armi italiane, i Cor
religionari torinesi caduti nell’ultima guerra, il dono
del nuovo organo che in memoria del padre volle
offrire l’ing. Gr. Uff. Emilio Debenedetti ed infine
1
Augusta visita di S. A. R. il Principe di Piemonte
dell’ottobre 1931.
Una notevole parte del bilancio annuale della
Comunità è spesa per la manutenzione deH’artistico
Tempio, perchè, come i grandi edifici d ’arte, esso
pure impone cure non indifferenti anche in quelle
parti che meno appaiono rilevanti. Per quel che
riguarda l’arte, pur un particolare del Tempio non
va dimenticato: la cancellata caratteristica per la
linea, per la forma e la lunghezza, che gli autori
competenti notano come importante.
L ’opera fu tutta italiana, nel materiale e inte
ramente torinese nell’esecuzione: l’ingegnere cav.
Enrico Petiti ebbe a collaboratori gli ingegneri
Achille Pariani e Cesare Fantazzini. La pietra di
taglio, che complessivamente misura il non piccolo
volume di 300 metri cubi, proviene dalle cave di
Borgone, le colonne torte e le membrature degU
archi furono fatte in pietra di Verona, i capitelli di
Saltriò e il basamento della cancellata in granito
di Baveno.
La Comunità di Torino fu ed è lieta di aver
innalzato nella Città un monumento di grande arte.
S A L V A T O R E F O À