

COOPERATIVA CA SE D EG Ù IM P IEG A T I
P la a U M e r t i l i la i* r a t
si addimostrava certamente facile perchè non biso
gnava sopratutto dimenticare la limitata disponi
bilità dei richiedenti e la necessità di fornire le
abitazioni a buon mercato.
«E ad onor del vero, siamo lieti di dichiararlo in
questa solenne occasione, che l’idea un po’ contra
stata nei primi tempi, quasi subito piacque, fece
strada, ed ottenne l’appoggio di Autorità politiche,
amministrative e di studiosi, primissimo fra questi
l’ing. prof. Bianchini Riccardo, che con competenza
e con spirito umanista progettò e diresse la costru
zione dei nostri primi fabbricati, mentre si stava for
mando il capitale sociale concesso in sottoscrizioni
a lire 2 mensili!
c Nel contempo si otteneva il primo mutuo nella
proporzione voluta dalla legge e cioè del 75 % del
valore delle costruzioni e per la rimanente parte
ancora scoperta, non essendo sufficiente il capitale
sociale, si provvedeva in prosieguo di tempo coll'ap
poggio dell'Amministrazione Comunale di Torino che,
con una larghezza di vedute altamente encomiabile,
concedeva la fideiussione presso la Cassa di Risparmio.
«E così con l’appoggio dei buoni e mercè la fede
instancabile dei primi amministratori e dei soci fon
datori, mentre non solo in Torino ma in tutta Italia
i prezzi delle pigioni andavano aumentando, pren
deva forma tangibile il primo esperimento di case
impiegatizie.
«I [Mimi alloggi vennero affittati nell’ottobre del
1912 e rispondevano perfettamente alle idealità degli
impiegati. Erano ripartiti per diverse necessità e cioè
in alloggi di 2, 3. 4, 5 camere e cucina, con gabinetti
di doccia, con apparecchio di riscaldamento a gaz,
ed accessori, tutti indipendenti e muniti d’impianto
di riscaldamento centrale, con ingresso sui piane
rottoli e con ampi balconi, ed a buone condizioni di
affitto.
«E siccome le richieste aumentavano ed il numero
dei soci era salito a 265 nel 1912, il Consiglio di Am
ministrazione già stava compilando lo studio della
costruzione delle
casette
da cedere in proprietà il cui
progetto era pronto nel 1914, quando scoppiò la
guerra mondiale, seguita a breve distanza dal nostro
intervento. Naturalmente ogni cosa rimase in so
speso perchè altri doveri pressavano e maggiormente,
ed una parte degli amministrr^ori e dei soci compi
vano il loro dovere di Italiani. La nostra Cooperativa
ha pure avuto i suoi eroi ed alcuni di essi sono qui
presenti a ricordarci colle loro ferite e coi segni del
valore il dovere ed i sacrifici da essi compiuti. Ma
nel contempo gli amministratori ed i soci rimasti,
consci dei loro doveri, pur continuando ad ammini
strare con oculatezza il patrimonio sociale, si dedi
carono completamente alle opere di assistenza civile
in favore delle famiglie dei richiamati alle armi, con
cedendo con larghezza quanto stabilivano decreti e
disposizioni statali, ed i bilanci stanno a dimostrare
l’entità degli aiuti concessi, che non furono certa
mente lievi, in considerazione che le nostre entrate
si limitano ad una sola voce: affitti.
«Il dopo guerra trova la Cooperativa nuovamente
in efficenza. I soci sono in continuo aumento, le spe
ranze ritornano ed i progetti di nuove costruzioni
sono ripresi. Solamente le condizioni economiche sono
sensibilmente cambiate, ed i prezzi delle costruzioni
edili ed i tassi dei mutui sono sensibilmente aumen
tati. Le speranze erano rivolte ai RR. DD. LL. 30 no
vembre 1919 ed 8 gennaio 1920 che accordavano
speciali contributi statali a favore delle cooperative
e che dovevano servire a mitigare gli aumenti dei
costi, ma purtroppo i desideri nostri e quelli di pa
recchie vecchie cooperative andarono delusi, perchè
le concessioni vennero fatte con criteri speciali ed a
favore di nuove istituzioni, forse meno bisognose,
creando così un grave malcontento nella classe dei
cooperatori italiani. E la non attuazione di quei pro
getti, certamente dovuta alla mancata necessaria
energia da parte dei soci, fu di grave danno per tutti,
perchè gli studi esistenti dimostrano che si poteva
costruire in quell'epoca, a circa lire 6000 per vano,
somma pari a quella sostenuta per la sopraeleva-
zione iniziata nel 1930 mentre gli studi che si ese
guirono nel 1924-25, vennero giustamente respinti
dall’assemblea perchè prevedevano un costo di dica
lire I2.opo per vano.
«Purtroppo in quel periodo anche nel nostro orga
nismo, che pure funzionò sempre bene amministrati
vamente, si era divulgata l’irrequietezza dell’intera
Nazione, ma quando la squilla fascista echeggiò rior
dinatrice per tutta Italia, anche la nostra Coopera
tiva, sotto l’egida deQ’E. N. C. riprese a funzionare
regolarmente. Vennero riesaminati i progetti per le
nuove costruzioni, si regolarizzarono e si ripristina
rono le assegnazioni degli alloggi a termini dello Sta
tuto, die nd dopo guerra per i decreti vincohstid,