

Al terminare della stagione i membri del
la Società impresaria dovettero con magris
sima soddisfazione verificare, che il primo
biennio della loro gestione aveva cagionato
loro disgusti d’ogni genere, e la perdita del
la cospicua somma di cento quarantotto mila
lire. Le conseguenze della grave disdetta
ricaddero tutte sul cittadino aichitetto Pre
gliasco, il quale oltre alle lamentele dei suoi
soci, che lo abbandonarono e sciolsero la So
cietà si trovò quindi ad essere da solo gra
vato dell’onere dell’azienda teatrale, come
unico sottoscrittore dell’atto stipulato col
Municipio di Torino, il quale per conto suo
non voleva acconsentire a liberarlo dall’im
pegno, come egli chiedeva.
11 modo di provvedere con energia al ra
dicale riordinamento del teatro delle Arti,
specialmente per metterlo in stato di poterlo
far agire senza tanto sciupìo di capitali, cer
cavano di trovare .iue persone, che separa
tamente e forse ah msaputa l ’uno dell’altro,
studiavano con amore la questione. 11 primo
era il Pregliasco, al quale l’acqua era ormai
salita alla gola e minacciava di affogarlo. A
tale scopo aveva compilato un memoriale
corredato da un documento sottoscritto da
tutti i capi di servizio e dai fornitori mag
giori del teatro, che lo approvavano e lo rac
comandavano (152).
L ’altro era il cittadino Baudisson, presi
dente del Consiglio generale del Diparti
mento, al quale, per la carica, onde era rive
stito, doveva presentare una relazione sul
modo col quale funzionavano moralmente e
materialmente le istituzioni e i servizi esi
stenti nella Giurisdizione del Dipartimento.
Egli propugnava in sostanza il ritorno al
l ’antico puramente e semplicemente. Il sug
gerimento era prezioso, perchè costituiva
una dimostrazione chiara, che per avere un
teatro degno della sua riputazione, occor
reva ricorrere precisamente a quei sistemi,
che erano stati tanto biasimati e censura
ti dai fanatici Giacobini della prima ora.
I
due documenti capitarono per loro buo
na fortuna nelle mani del generale Me-
nou (153), il quale conosceva benissimo
tutte le strettezze, in cui versava il teatro
delle Arti. Egli non poteva ignorare, come
il nome francese fosse molto impopolare e
convenisse evitare colla massima cura che il
malcontento crescesse. Senz’altro adunque,
il ventotto termidoro scrisse alla Municipalità
invitandola a provvedere, perchè l’apertura
del teatro delle Arti si facesse regolarmente.
Badassero, che non vi era tempo da perdere
e qualsivoglia ritardo avrebbe potuto nuo
cere a ll’allestimento degli spettacoli. 11 ge
sto energico del generale francese, produsse
una cotale impressione sui cittadini Munici
palisti, ben lontani dal supporre una simile
intimazione. Ad ogni modo con maggiore o
minore buona volontà si indussero a stan
ziare un sussidio di
alila lire.
La cifra non parve sufficiente all’Ammi
nistratore generale, che il giorno cinque
complementare riscrisse alla Municipalità
per conoscere, quali fondi avrebbe potuto
assegnare pel teatro delle Arti in aggiunta
alle dieci mila lire già fissate. L ’impresa di
chiarava di non poter fare a meno di un sus
sidio di ventimila lire. La Prefettura del Po
era disposta a concorrere con tremila lire, il
Menou, riflettendo che si trattava di uno
(152) « Ottani, maestro di musica e capo d’orchestra (a)
• Canavasso Carlo, violino dei balli e direttore d'orche
stra per me e per tutti li miei compagni - Sevesi Fabrizio,
nipote Galliari. membro dell’Accademia Subalpina di
Roma, e Belle Arti, pittore in capo del Teatro delle Arti
anche per li miei compagni - Michele Cravario, macch’-
nista - Michele Gastaido. illuminatore - Domenico G ia
notti, capo sarto - Francesco Brambilla, richamatore in
chapo - Giovanni Dughè. modellatore - Vedova Salvadeo,
cavagara - Tommaso Fraviga, assistente della Sartoria e
magazziniere dell’oglio e candele - Marita Cereaetti, capa
sarta - Raspo, Segretario anche per gli altri impiegati.
(a) La (unzione dell'Cttani nell’orchestra del Teatro
delle Arti era solo di suonatore del primo cembalo, o di
maestro concertatore.
(153) Amministratore Generale della Ventisettesima Di
visione.