

I CONSULTORI DERMOSIFILOPATICI DEL’OPERA NAZIONALE
MATERNITÀ ED INFANZIA ISTITUITI IN TORINO
Nel 1493, Cristoforo Colombo, reduce dalla
scoperta del continente americano, scoperta
che doveva segnare l'inizio di un nuovo evo.
faceva ancorare le sue tre caravelle a Palo.
Su quelle caravelle s'arrampicò un vecchio
e famoso medico di quei tempi: il vecchio
Diaz de Isla, per curare i marinai del grande
navigatore, i quali apparivano infetti di una
strana, inesplicabile ed orribile malattia.
Tale malattia si propagò nel vecchio con
tinente in maniera spaventosa. La marcia
del flagello in Europa fu tanto fulminea che,
già nello stesso anno 1493. il Re di Francia
ordina al suo banditore di gridare per le vie
di Parigi l'ordine che tutti gli affetti da quel-
l'orrendo morbo abbandonino la città, sotto
pena di venire buttati nelle acque della Senna.
Quattro anni dopo, e cioè nel 1497, per la
prima volta nella storia, l'imperatore Massi
miliano accenna a tale terribile malattia nel
suo editto contro i blasfemi. E già dai prin
cipi del 1500. il dotto medico Gerolamo Fra-
castoro. gardesano, cerca di combattere lo
spaventoso male col mercurio.
Il morbo venne chiamato « sifilide dal
nome del protagonista di un oscuro poema
medico scritto dal Fracastoro stesso. Il pastore
in questione aveva nome Syphilis e custodiva
le pecore di Alcitoo. Essendosi reso reo di
profanazione dei sacri altari, fu dai numi
colpito di un'orribile lebbra che gli ricoperse
tutto il corpo e che lo torturava giorno e
notte con atroci dolori.
La maniera con cui il morbo andava gene
ralmente propagandosi, ossia il congiungi
mento sessuale, radicò nella mente di tutti
il convincimento ch'esso venisse come un
orrendo castigo dei viziosi. Ma ciò non è
affatto vero, perchè il morbo non rispetta
nessuno e può impunemente colpire il cor-
picciuolo di miriadi di creature immacolate
al pari dei corpo del più tarlato fra i dissoluti.
Fu quindi un deplorevole e grossolano errore
quello di dividere l'umanità in virtuosi e
reprobi, a seconda che gli individui erano o
no colpiti dal ripugnante male.
La vera causa di simile orrido flagello, per
quanto si fosse già accertata l'origine dalla
opera di un mter©*ropicn germe patologico.
rimase purtroppo ignota fino ai nostri giorni.
Fu il tedesco Fritz Schaudinn a scoprire,
soltanto il 3 marzo 1905. il germe assassino
sino a quel giorno sfuggito all'occhio inda
gatore di migliaia di cacciatori di microbi.
Il maledetto demone, al modo stesso che
riuscì a celarsi per secoli allo sguardo scruta
tore del batteriologo, riuscì pure e riesce tut
tora a celarsi alle tavole ed alle statistiche
della mortalità. L'idea che la spaventosa
malattia da esso cagionata sia una malattia
innominabile, quasi una sanzione morale di
vina contro il peccato immondo, fa sì che il
disgraziato che. ne è colpito, tanto più se si
tratta di persona illibata, preferisce qua
lunque tragica soluzione piuttosto che con
fessare di essere afferrato dal demone pallido.
È questo un errore gravissimo che è neces
sario combattere energicamente per salvare
l'avvenire della razza e l'intiera umanità.
La diabolica spirocheta che facilmente riesce
ad invadere l'organismo di una meretrice o
di un pervertito nel vizio, per via sessuale,
a mezzo di cento altre vie riesce ad infiltrarsi
nel corpo dell'innocente e lo si trova persino
negli organi dei bimbi nati morti, le cui
povere madri, a loro insaputa, erano infette
durante il periodo della gestazione. Ed il
diabolico microbo spinge indistintamente tutte
le sue vittime, col suo inesorabile progredire
più o meno rapido, in modo assoluto, verso
la morte.
Le pallide spirochete semoventi si manife
stano nel corpo umano cou ripugnanti eru
zioni. male di testa e di gola, e con ciocche
di capelli che cadono ad una ad una. Esse
penetrano così insidiosamente nel corpo delle
loro vittime che il primo attacco è molte
volte inavvertito. Poi esplodono e divam
pano all'improvviso. In seguito sembrano
eclissarsi, come per lasciare alla loro preda
umana* una vana illusione, una folle speranza
di salvezza. Infine, anche alla distanza di
molti «nni, ritornano
per compiere la
loro
opera
di distruzione
e
di morte.
Ecco
allora
la vittima piagarsi di una lebbra spaventosa;
il cuore dell'uomo più robusto si arresta ino
pinatamente. nella pienezza della sua vigoria.
Giovani aitanti «i tramutano rapidamente in