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Quella

tristezza portata nel quotidiano dei giorni

tutti uguali delle sue case collettive tutte uniformi

e

dignitosissime nel « completo grigio » di un neo­

classico non

elegantissimo, ma che abbastanza

coincide con la nuova meccanica dello scheletro

a

volte incatenate

e

lasciate coi piedritti in leggero

aggetto al perimetro rispetto alle casse vuote della

parete leggera e chiudente. Senso di proprietà e

riservatezza cortese, almeno a quel tempo, ben

piemontese. Carattere, se non altro. Quasi che

solo il tema aulico e rappresentativo gli desse la

scusa, anzi esigesse l’impegno deH'aspirazione più

imponente; sogno di altezza e prevalenza, segreto

orgoglio di

rimanere

; dalla prevalenza nello spazio

a quella nel tempo. Le « scenate » del «entimgntn

segreto: proposte di sventramenti da far impalli­

dire quelli oggi in voga, traslazione di facciate

(Palazzo Madama), cominciamenti di chiese per

cittadine come Castellamonte, da gareggiare con

S. Pietro (13).

• • •

Là sua architettura ci fa vedere un grave signore

severamente vestito e dall’interno forse finto e cavo,

fornito di misteriosi doni, immobile e compassato,

dritto sullo spigolo di una gronda altissima a

contemplare lontano; il nulla. Lo spettacolo non

muove al riso

chè

il suo volto

è

calmo, terribil­

mente impassibile. Nessun sforzo apparente. C ’è

quaterna

di non chiaro; prima di tutto:

com’è

a lito lassù quel signore?

La coaa

è

sospetta m