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L a n a ri « W m H i

per meglio onorarne la memoria il Consiglio

dei Ministri decise di proporre al Re di inviare

un suo rappresentante ai funerati; Vittorio

Emanuele non avendo ritenuto opportuno,

non essendovi alcun precedente del genere,

aderire a tale proposta, il Pernati venne inca­

ricato dai colleghi di dar presente al Re che

se in Piemonte dò non era mai avvenuto,

tale estrema onoranza era per contro larga­

mente praticata in Francia e in Belgio. Ma

Vittorio Emanuele così rispondeva:

« Core

Peritati.

lo me ne tengo alle usanze di Piemonte non

a quelle nè di Francia nè del Belgio e non

cambio mia risoluzione. D'altronde sono già

malcontento che ni mandi tutta la guarni­

gione. loro avrebbero dovuto parlarmene pri­

ma e non Curai dettare la Ieoe dai deputati.

A rivederla domani o dopodomani.

S«o l i -,—

Vittori* Emonmtée

».

Poche parole che contribuiscono però ad

illustrare il carattere quanto mai « piemon­

tese » del Gran Re.

I rapporti tra il Ministro dell’ interno e il

Presidente del Consiglio erano di una affet­

tuosa amicizia poiché il Pernati e il d’Azeglio

avevano in comune le idee e le tendenze

politiche. Essendo stato il Penati attaccato

nell’agosto da un articolo del Marniere da

parte dell’opposizione, il Ministro dell’ interno

propose al proprio Presidente le sue dimis­

sioni. Ma così pdi risponderà il d’Azeglio:

«

Caro Pernati.,

Ho letto l’articolo del

Monitore dà Comuni,

e per me quello che ne risolta di piò chiaro è

che v’è in paese chi ha una gran maledetta

voglia di diventar ministre dell’ Interno, che

questo tale o dri per bri hanno molta

firn

voglia di fwfte del mal», che talento per tro­

varne la via — e che i i alm r lc se eia un