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FIGURE DEL VECCHIO PIEMONTE

ALESSANDRO PERNATI DI MOMO

La famiglia dei conti Pernati apparteneva

al più antico ed illustre patriziato novarese:

infatti se anche non si vuol tener conto di

quel Opilio o Opilione, nono Vescovo di

Novara verso il 529, nel quale le tradizioni

familiari vogliono riconoscere il primo dei

Pernati nominato da documenti storici, è

certo, per sicure notizie, che questi discen­

dono senza interruzione da un Johannes de

Pernate che sedeva nel Consiglio del Comune

di Novara nel 1223.

Nel corso dei secoli i Pernati vennero inve­

stiti dei feudi di Momo, Cavaglietto. Alzate.

Agnellengo e Savonera per le benemerenze

acquisite attraverso una non interrotta serie

di illustri personaggi, tra i quali si contano

parecchi Referendari dei Duchi Farnese, a

quei tempi Marchesi di Novara, e molti Decu­

rioni e Sindaci della Città stessa.

Nella seconda metà del secolo XVIII, la

famiglia era rappresentata da Damiano Per­

nati. valente pittore e incisore all'acquafòrte

come si rileva dall'opera di Giovanni Vico

DeWintaglio all'acqua­

fòrte e di alcuni inta­

gliatori delle Provincie

Subalpine

(T o r in o ,

1864), ove vengono ri­

cordate parecchie delle

sue opere che andarono

giustamente rinomate.

Egli ottenne verso il

1789 l'autorizzazione di

recarsi a Roma per «ivi

coltivare ex professo le

notevoli d isposizion i

che aveva per la pit­

tura • come dice te­

stualmente il passa­

porto a lui intestato;

a Roma fece parte di

un cenacolo di artisti

tra i migliori dell’epo­

ca. quali il Benvenuti,

il Sabatelli, il Morgken,

la Kaufmann e altri.

Per le sue notevoli

doti artistiche venne

anzi chiamato a far

parte della Letteraria

Repubblica di Arcadia

ia tale «ceam e gK

- -

venne dato il nome di « Orindo ». Oltre a

numerosi incisioni, si conservano di lui alcuni

manoscritti inediti tra i quali quello riguar­

dante una pregevole raccolta delle sigle dei

migliori incisori, con notizie ad essi riferen-

tisi e delle « Memorie storiche per servire alla

vita del celebre pittore novarese Gaudenzio

Ferrari ».

Damiano Pernati sposò Teresa dei Conti

longoni, famiglia anche questa appartenente

al patriziato novarese, donna di elette doti,

che seppe ottenere un vivo successo presso

gli artisti amici di suo marito per i suoi com­

ponimenti

ici tantoché, come è ricordato

in un documento conservato nell’archivio

di famiglia, anch’essa venne accolta tra le

<pastorelle d’Arcadia » col poetico nome di

•Arginda Ladonia ».

Dopo il ritorno da Roma, Damiano e Teresa

Pernati, stabilitisi definitivamente a Novara,

furono allietati, il

2

maggio 1808, dalla nascita

di un figlio al quale fu posto il nome di Ales­

sandro. La sua educazione, secondo la con­

suetudine delle fami­

glie patrizie, fu affida­

ta ai Padri Gesuiti in

Novara e più tardi, nel

1825, fu accettato nel

rinomato Reai Collegio

Caccia —

collegium no

-

bilium

— che si era in

empi

►.E

brillantemente dappri­

ma in filosofia e belle

lettere e poi, nel 1830,

« in ambe leggi %iscri­

vendosi subito dopo

alla pratica forense,

presso lo studio del*

l’aw . Pier Luigi Pi-

nelH, eminente uomo

politico al quale il Per­

nati rimarrà sempre

legato da an’afiettaoaa

amicizia; passò succes-

sivameate presso F a l­

cio dell’avvocato dei

poveri e nel 1831 vea-

ae accettata come va­

llatane pressa Falcia

dell’avvocata pafiale.

quei t

i trasferito a

Torino. qui si laureò