

Emanuele, sopratutto per il difficile raccordo delle
direttrici nord-sud ed est-ovest e per gli attraver
samenti pedonali che hanno qui una particolare
importanza per la presenza della stazione princi
pale.
Il Mazzucchetti realizzò una concezione gran
diosa ancora oggi lodata, ma non ebbe forse uguale
larghezza di vedute in relazione alle necessità
urbanistiche, cosi importanti per una stazione
ferroviaria, capace da sola di accentrare un traf
fico intensissimo ed eterogeneo. Tuttavia la crea
zione dei porticati e degli slarghi coperti laterali
consente tuttora di rendere meno grave l’incon
veniente di una ubicazione chiusa fra direttrici
di intenso traffico.
Attualmente il problema da risolvere è princi
palmente quello di una migliore distribuzione
e regolazione di questo traffico: è utile ridurre
possibilmente lo sbarramento creato nei percorsi
est-ovest a partire dal cavalcavia del corso Som-
meiller fino al corso Vittorio Emanuele, è neces
sario migliorare e rendere per quanto possibile
indipendente l’accesso pedonale all’edificio viag
giatori. è opportuno infine evitare che il traffico
cosi importante di corso Vittorio Emanuele per
manga a ridosso della facciata principale della
stazione.
Il primo problema non può essere pienamente
risolto con un limitato arretramento dell’attuale
edificio di Porta Nuova, nè un arretramento che
porti veramente a decisivi vantaggi sembra at
tuabile per ragioni tecniche inerenti al traffico
ferroviario.
La creazione di un sottopassaggio potrebbe
costituire una soluzione adeguata, se studiata
attentamente in relazione alle necessità urbani
stiche del quartiere. Essa peraltro risulterebbe
molto costosa, anche per le sistemazioni esterne
inerenti alle rampe che interesserebbero edifici
esistenti e per la necessaria valorizzazione delle
arterie di attraversamento. Va notato infatti che
nel tratto considerato manca del tutto una ben
definita arteria capace di un collegamento tra i
quartieri a levante ed a ponente della stazione
ferroviaria. Così il corso Duca di Genova ed il
corso Valentino non potranno mai adempiere ad
una funzione utile al traffico per il mancato pro
lungamento al di là dell’area ferroviaria.
In sostanza, all’errore di una ubicazione troppo
avanzata dell’edificio della stazione, va aggiunta
l’imprevidenza nello studio dei tracciati stradali
nella zona, che non consentono alcuna possibilità
di efficiente collegamento fra gli opposti quartieri.
In tale stato di cose il problema non sembra
suscettibile, nelle condizioni attuali, di una solu
zione adeguata ai sacrifici che essa imporrebbe.
Il problema dell’accesso pedonale è molto più
importante, ma forse meno difficile da risolvere.