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Esso deve peraltro essere considerato alla stregua

di una eventuale sistemazione del traffico dei

veicoli.

Resta il problema di creare tra il corso Vittorio

Emanuele e la stazione, una zona di rispetto mag­

giore di quella consentita oggi dall’ampiezza del

corso. Il problema sembra avviato ad una defini­

tiva soluzione con il previsto arretramento del

fronte principale della stazione. In attesa che il

progetto possa essere messo in esecuzione, è

probabile che notevoli benefìci possano ottenersi

mediante una migliore utilizzazione delle zone

verdi esistenti negli slarghi verso la via Nizza e

la via Sacchi, oggi solo in piccola parte utilizzabili

come sosta.

Un notevole miglioramento degli accessi alla

stazione e delle zone di sosta destinate alla cen­

tralissima località, potrebbe d’altra parte venire

raggiunto regolando diversamente il collegamento

della via Roma alle grandi direttrici di via Nizza

e di via Sacchi. È facile rilevare che il traffico, che

oggi si svolge in senso unico ai due lati del giar­

dino di piazza Carlo Felice, crea una serie di incroci

fuori dei posti obbligati di semaforo esistenti sul­

l’asse di corso Vittorio Emanuele. Così avviene

per esempio per coloro che da via Nizza inten­

dono imboccare via Roma, o peggio in senso

opposto. Occorre anche rilevare che nel breve

spazio interposto fra i due semafori di cono Vit­

torio Emanuele (circa

2

io metri) vi sono ben

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attraversamenti pedonali tutti importanti, ed altri

due incroci secondari per i veicoli.

Sembrerebbe pertanto assai utile accentrare

agli inevitabili semafori, già esistenti, le due grand

direttrici di attraversamento via Roma-via Nizza

e via Roma-via Sacchi.

Un tale accentramento potrebbe aver luogo,

senza oneri apprezzabili, impostando la devia­

zione del traffico dalla via Roma, prima che questo

giunga al congestionato corso Vittorio Emanuele

e precisamente all’altezza delle piazze Lagrangia

e Paleocapa. A questa deviazione, soppresso il

senso unico, sarebbero perfettamente idonei i

tratti terminali di via Lagrangia e di via XX Set­

tembre, che hanno la larghezza di circa

20

metri,

non saturata per l’insufficiente sezione delle due

vie oltre le piazze. Poco o nulla richiederebbe

per spesa e per sistemazioni accessorie tale pro­

posta, al più l’abolizione dei tratti porticati in

fregio alla piazza Carlo Felice in corrispondenza

delle due piazze laterali, e di quelli sull’allinea

di corso Vittorio Emanuele in corrispondenza

degli sbocchi delle vie Lagrangia e XX Set­

tembre. Questo sacrificio appare modesto di

fronte ai gravi problemi da risolvere nonostante

ogni tradizione di continuità dei portici, tradi­

zione del resto non più mantenuta nella ricostru­

zione della via Roma. In uiì secondo

potrclv