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sulla fiducia all'interno e all’estero. Che pur­

troppo tale fiducia non esistesse ancora a

causa specialmente di sistemi arbitrari nella

amministrazione della giustizia, lo rileviamo

nel 1820 allorché, pur avendo dato inizio ad

una migliore politica nei confronti dell’estero,

per merito ancora del Conte Vallesa. non

potè il Piemonte contrarre a Londra un

imprestito « perchè i principali capitalisti in­

glesi dichiaravano apertamente non essere

sicurtà sufficiente in un paese dove (‘autorità

sovrana poteva annullare i contratti ed auto­

rizzare i debitori a non pagare i loro debiti (

1 1

).

Il

vuoto delle casse dello Stato gravemente

si ripercuoteva in mancati pagamenti di

assegni, pensioni, interessi di debiti, ecc.

La lunga mora nei pagamenti delle (tensioni

faceva scrivere a Vittorio Emanuele I, indi­

rizzandosi al Conte Borgarelli: <•Ho avuto

qui (in Savoia) dei reclami in grandissima

quantità di pensionati ed in ispecie Eccle­

siastici. Frati. Monache che muoiono di fame,

perchè le loro pensioni non sono più state

loro pagate da un anno: essi hanno ragione

di lamentarsi e questo fa cattivo effetto nel

pubblico •(

1 2

).

D'altra parte le continue suppliche al Re

della Città di Torino e che in gran numero

trovansi riportate nelle « Ragionerie dell’Ar­

chivio Comunale di Torino • testificano le

tristi condizioni delle finanze della Capitale,

la quale non sempre era in grado di provve­

dere al pagamento degli interessi dei debiti.

Gravosissime erano in particolar modo le

contribuzioni che Torino doveva sopportare

mentre per il R. B. del 31 luglio 1815 il pro­

dotto del dazio di entrata venne devoluto

alle R. Finanze. La città già oberata di debiti

si trovò a mal partito e i rendiconti presen­

tati a S. M. dimostrano le aleatorie condi­

zioni nelle quali si trovavano le finanze del

Comune. Infatti subito dopo la Restaurazione

la situazione dei redditi della Città, in con­

fronto al 1797, era la seguente:

R ed d iti b ila n cia ti o r i 1797 in m oneta di P iem on te

L . 4 9 9 .3 4 9 ,1 9

R id o tti in fra n ch i co ll'aum en to d rl derim o . . . .

fr. 5 4 9 .2 8 4 .9 3

I red d iti nel 1814 non ascendono che a ......................» 2 5 7 .7 3 7 .8 9

Con d im inuzione di

....................................................................

> 2 9 1 .5 2 7 .0 4

Più grave divenne la situazione negli anni

seguenti, sicché nel 1815 non si potè pagare

il primo semestre degli interessi ai creditori

della città, assommante a fr. 104.114,36 in

quanto il fondo di cassa, al

1

° luglio, risul­

tava di soli fr. 4.446.72.

Un R. Biglietto del 31 luglio 1815 viene

in aiuto della città con un prestito di L. 200.000

annue per compensare le perdite avute dalla

privazione degli •octrois sopra il vino, liquore

uve e carni.

Purtroppo le non liete condizioni delle

finanza erariali rendevano aleatoria la pro­

messa del concesso prestito e difatti le Ragio­

nerie del

6

novembre 1815 ci avvertono che

in un memoriale nuovamente presentato a

S. M. si confessa che « le attuali circostanze

in cui ritrovansi le R. Finanze non hanno

permesso di corrispondere alla ricorrente le

tre mensilità scadute di settembre, ottobre,

novembre ultimi • onde aggravavasi la già

precaria situazione di cassa.

Non migliorarono le condizioni nel 1816,

dal cui preventivo risulta che i redditi assom­

mavano a fr. 595.533.60

c le spese a

fr. 636.296.87 *4 e c^e qualora dovessero

pagarsi al 5 % gli interessi dei mutui il fondo

mancante sarebbe ammontato a fr. 101.151,88.

Ricapitolando, i redditi dal 1797 al 1814

sarebbero diminuiti di fr. 291.527 e le spese

sarebbero invece aumentate nello stesso perio­

do di tempo di fr. 123.887; sicché al 1814 i

redditi assommavano a fr. 257.757 e le spese

a fr. 673.165 con uno sbilancio quindi di

fr. 415.408.

Al 1° luglio. 1815 si dichiarava mancare

« quasi totalmente li fondi p^r il pagamento

del semestre interessi maturato », e si fa­

ceva presente, nel contempo, la grave situa­

zione creditizia della città per cui essa stava

perdendo tutto il suo credito e giornalmente

si ricevevan « suppliche in restituzioni di

capitali >, sulle quali non si era « in grado di

deliberare per difetto di mezzi •».

A N TO N IO FOSSATI

(1 )

.4. S. di T o rin o , Sezione

I , N . E . F in an ze. D ebito P u bb lico

(p ersonale). C arte rela tiv e ad Im p re s titi, mazzo I X .

l s

co n trib u ­

zioni fondiarie pel 1815 assom m av an o a fr. 1 4 .5 6 9 .8 8 1 ,3 9 , m entre

nel 1800 raggiungevano solo la c ifra di fr. 10.844.384.

(2 ) L e tte ra di V itto rio Em an u ele I a l fratello Carlo F elice del 15

luglio 1814. in M. Zl'CCHl.

R icorsi

d o rici

in un

«croio

fa ,

in « R assegn a

N azionale >, 1-16 novem bre 1916.

(3 ) L e tte ra di V itto rio Em an u ele I a l fratello C arlo F elice d el 22

d icem bre 1816, in Zl'CCHl.

op. rii.

(4 )

.4. dei M u n ic ip io d i T o rin o ,

R ag io n erie, 1814, voi. I , 21 giugno

1814.

(5 ) F . L f.n c is a .

(lon siderazion i sulla condizione econom ica e fin a n ­

zia ria del Piem onte.

G enova, 1853. p arte 11. pag. 71 e segg.

(6 ) Il M inistro M archese B rign ole eb b e il M inistero delle F in an ze

com e controllore generale delle m edesim e il 12 m arzo 1816, allo rch é

fu istitu ito il M inistero d elle F in an ze, e tenn e il p otere fino a l 18 2 4 ,

allo rch é su bentrò il C onte C orte.

(7 ) F . L em k a ,

op.

r ii., p a rte I . pag. 107 e segg.

(8 ) P er più am pia an alisi d ella opera del V ailesa. cfr. I l

p rim o anno

d ii M in istero

l a

Ueso.

in « B ib lio te ca di S to ria Ita lia n a recen te »,

voi. X , 1928. del m edesim o au to re.

(9 -1 0 ) L. C ib ia m o ,

O rig in i e p rogretta dette ittà tu io m della Marnar

-

db

ia d i Savoia ,

op . cit-, p a rte I , pag. 214.

( 1 1) F . S flO fW ,

Storia della le g itla n o n e megli Stati d ii R e d i Sardegna

dal 1814 al 1847

, in « M em oria d ella R . A ccadem ia di Scien ae • d i

T o rin o , serie I I . tom o X I X , pag. 14 d elT estra tto . Il m al n o d ella

giustizia fu purtroppo cau sa di m alum ori, lagnanze. all'in te rn o e

all'estero . Molte cau se ven ivan o to lte d alle giurisdizioni ord inarie

per essere a fid a te a sp eciali g ind iri d eleg ati sca sa a l e n a g aran zia.

L e seatemae p assate ia g rad iràto eran o m enom ate nella laro a u to rità ;

ven ivan o m odificate le clan sole dei c o n tr a tti; inconsulte proroghe

eran o r a n c r n r a i pngawemri con riguardo pan alla p rn a — del d o ta ­

to re ch e a l p rin rip ii d i gin iti r ia , e n d eroga* a co n crite ri la g p u th ri

a l e di l i m i n s n i n i M e leggi.

(1 2 ) M. Z i c o b , R ia r s i

storici eer..

o p .c it..in ■R aaargna N u n a a n le a

1 - l é

....

1*1*.