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Lo studio della chimica in Italia dal 1830 al 1S40

trmavasi

111

uno stato di grande interiorità rispetto

aulì altri paesi e quei pochi che desideravano studiare

ed apprendere l’arte di sperimentare dovevano re­

carsi all’estero. I laboratori di Gicsscn, di Parigi, di

Stoccolma, di Berlino, di Heidelberg, di Marburgo

attiravano

1

giovani chimici come Malaguti, Piria,

Doveri. Pcvrone. ecc. Ma taluni di essi, quando furono

di ritorno

111

patria.

11011

fecero scientificamente più

nulla. Sobrero tu invece tra

1

pochi che, dopo il sog­

giorno di alcuni anni all’estero, utilizzarono quanti'

avevano appreso dai grandi chimici stranieri.

Tre note che tuttora si conservano, con le date

rispettivamente del 21 aprile 1X44, del fi febbraio 184S

e del 31 gennaio 1S47. dimostrano che Sobrero si era

dedicato allo studio dell’azione dell’acido nitrico su

varie sostanze organiche e danno la prova che già

allora egli era avviato sulla strada della sua grande

scoperta. Non tu dunque, come dicevano, il caso che

lo condusse ad essa e bisogna anche aggiungere che

se gli insegnamenti dei suoi maestri gli furono utili

circa il metodo di indagine, la scoperta della nitrogli­

cerina è stata però frutti' della sua genialità. Non gli

servirono certo al riguardo l’esperienza e le direttive

del suo maestro in quanto il Pelouze aveva già nel

1X36

esaminata l’azione dell’acido nitrico sulla glice­

rina. ma aveva osservato solamente che essa veniva

ossidata e 111 una sua memoria pubblicata nel tomo

LXIII a pag. iy-27 degli annali di Chimica del iy.U*,

diceva testualmente: « L’acide nitrique détruit la gly-

cérine avee facilitò et la transtorme ed cali, en acide

carbonique et oxalique et se change lui-meme en acide

hyponitrique ».

Se avesse creduto al suo maestro, Sobrero sarebbe

stato dunque messo fuori strada. Invece egli nel suo

laboratorio di Torino, e da solo riuscì a preparare la

sua piroglicerma. Nel febbraio del 1847 lesse all'.-k-

cedemia delle scienze

una memoria sulla sua prepara­

zione e sulle qualità del prodotto e ne presentò 1111

campione di 300 grammi che si conserva ancora al

giorno d’oggi presso il Dinamitificio di Avighana.

Per i tecnici si può precisare che egli ottenne il ri­

sultato che nessun altro aveva ottenuto, perchè invece

di far agire sulla glicerina l’acido nitrico concentrato

puro, fece reagire un miscuglio di acidi nitrico e sol­

forico concentratissimo: ottenne così la trmitri'gli­

cerina mentre gli altri 11011 erano mai riusciti ad otte­

nere nulla. Il metodo di Sobrero servì poi ad altri

chimici per scoprire composti analoghi.

Sobrero notò che le gocce di nitroglicerina pcr-

26

cosse con 1111 martello esplodevano violentemente e

osservò anche che l’esplosione 11011 si comunicava

alle gocce vicine.

Nel iSfK) Sobrero pubblicò sul

Rcpertoire de Chimie

itppliijuée

un’altra nota «

Sur

/</

pyroglicérine

». la quale

probabilmente deve aver avuto una grande impor­

tanza per l’applicazione pratica del nuovo e potente

esplosivi'.

Come mai al Nobel venne in niente di applicare

la nitroglicerina come esplosivo

>

Egli 11011 lo dice.

Risulta però che prima del

1860,

secondo attenuano

il Cleve ed altri biografi suoi, il Nobel non aveva

ancora pensato alla nitroglicerina. A Stoccolma nel

1860

non vi erano giornali di chimica applicata e le

Memorie dell’ Accademia delle Scienze di Torino

c erano, ma erano pino conosciute. Viceversa erano

conosciuti il

Répertoire

suddetto e il

Moniteur Scien­

tifiijne

che nel 1S62 riportava la citata memoria del

Sobrero. In questi due periodici la nitroglicerina è

denominata

glicerina fiilniiniinte

o

pirogliceriiui

, 1101111

che debbono aver attirata l’attenzione di Nobel che

era allora appunto in cerca di esplosivi.

Appare dunque logica l'ipotesi avanzata da Icilio

Cìuareschi che Nobel sia stato indotto a rivolgere la

sua attenzione alla nitroglicerina, dalla nota pubbli­

cata dal suo inventore: Ascanio Sobrero.

Ecco perchè i nomi di Sobrero e di Nobel

non possono essere disgiunti quando si parla

della dinamite.

Due altri esplosivi molto energici sono stati sci'-

perti dal Sobrero; il nitrosaccarosio e la nitroniannite.

Il Sobrero stesso racconta come subito dopo la sco­

perta della nitromannite egli si accorgesse che questa

nuova sostanza ridotta in polvere ed umettata con un

liquido conveniente poteva essere impastata e granu­

lata. E riconobbe che la polvere così ottenuta espliv-

deva sotto la percussione e poteva essere sostituita

alle preparazioni fulminanti usate nelle esche dei fucili

a percussione.

Altri lavori di Sobrero sono ricordati nei trattati

di Chimica, a 1101 basti ora accennare che nel 1914

Torino ha onorato il grande chimico piemontese eri­

gendogli sul piazzale della stazione di Porta Susa nel

giardinetto denominato « l

’alentin

<f/

cit Turiti

* un

artistico monumento opera degli scultori Cerigioli e

Biscana. tuso dall'artista Corrado Betta, con epigrafe

dettata da Icilio Ciliarischi.

Il monumento è stato inaugurato il 31 mag­

gio 1914.

DINO LONGO

*