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Centrale Borgo Po

La Società Torinese Esercizi Telefonici controlla

1

attività teletonica italiana nel Piemonte e Lombardia,

nelle Venezie, nell’ Emilia, Marche, Umbria, Abruzzi

e Molise. Va anche ricordato che in Torino ha sede

1

Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris,

che promuove studi e ricerche anche nel campo delle

telecomunicazioni e tiene appositi corsi di specializ­

zazione per ingegneri telefonici, .11 quali partecipano

rappresentanti di tutte le regioni.

Dopo queste due premesse si può affermare, senza

tema d esagerazione, che Torino ha 1111 posto premi­

nente negli studi e nell esercizio della telefonia italiana,

mentre nel campo delle costruzioni annovera, oltre

a qualche più modesta impresa, due importanti fab­

briche di cavi. Anche per il servizio locale, non sfigura

rispetto a Roma e a Milano, che la precedono come

numero d abbonati, grazie ad alcuni suoi particolari

impianti.

Nella città dei « bogia ncn » l’apparire del telefono,

illustrato da Galileo Ferraris con tre magistrali me­

morie del 1X7X, tu presto seguito da pratiche realiz­

zazioni, prima per conto della Società Alta Italia,

1X93. poi dello Stato, 1907, c concretate in quella

centrale manuale di Galleria Nazionale, clic sopperì

alle esigenze cittadine fino al 1922, insieme ad una

sottoccntralc nel nuovo stabile di via Confienza. In

quell anno funzionò nel nuovo palazzo la prima cen­

trale automatica del dopoguerra, che seguiva altre di

minore capacità già esistenti a Roma c a (ienova fin

dagli anni 19 12 e 1915.

La cittadinanza fu opportunamente preparata alla

novità da articoli dei giornali c da una conferenza

con proiezioni tenuta alla Camera di Commercio.

L’avvenimento aveva una certa importanza perchè per

la prima volta si attirava in Italia una centrale auto­

matica di ben diecimila numeri c da allora s’iniziava

il primo passo verso lo sviluppo telefonico di Torino,

che do\

ere impulso ancor più notevole col

passaggio della gestione alla STIPEL (1925).

Molto c’era ancora da tare nella rete torinese e

questa società, oltre a provvedere alle vaste necessità

della zona piemontese e lombarda, s’occupò con ogni

cura della città ove era sorta, progettando ed effet­

tuando il passaggio dalla rete monocentrica a quella

policentrica, con costruzione di nuovi edifici, instal­

lazione di altre centrali e rifacimento ed ampliamento

della rete sotterranea ed aerea. Nell'intento di divul­

gare il telefono favoriva l’applicazione del sistema

« duplex » che. ideato da tecnici torinesi, veniva accet­

tato dalle case costruttrici e si estendeva a tutta l’Italia,

mentre gli stessi tecnici escogitavano altri interessanti

innovazioni.

Poiché non è concepibile lo sviluppo dei servizi

urbani senza migliorare quelli interurbani, intrapren­

deva nel 1927 la posa di un cavo, partendo da Torino,

per i collegamenti fra Piemonte e Lombardia, vero

primato dell’epoca e che, convenientemente esteso ed

ampliato, continua tuttora a svolgere una importante

funzione. L’estensione di quel cavo ha permesso di

migliorare sensibilmente i collegamenti di Torino con

Savigliano. Cinè, Chivasso, Chicri, Pinerolo.

La tecnica telefonica è in costante evolversi c per

questo la STIPEL, inviando propri specialisti all’estero,

si teneva al corrente delle novità e preparava i piani

di trasformazione. Ma la guerra arrecò un arresto a

tutto c. quel che tu peggio, per le difficoltà d’approv­

vigionamento divennero impossibili anche alcuni la­

vori di normale manutenzione. La situazione si ag­

gravò con 1 bombardamenti aerei, diretti anche contro

gli editici telefonici; se la centrale di via Confienza

se la cavò senza eccessivi danni, ben più gravi furono

quelli delle Centrali Vanchiglia c Lingotto, date in

un primo tempo come irreparabili c riprendenti entro

breve periodo il servizio, grazie all'abilità e al lavoro