

torte, piena ili bottiglie sigillate? L*Eliade, lo sai.
sporificò il buon vino:
è
vj//f
melaina pitici...
Così,
cacciato via il buio, metteremo per tutto la luce e
la gaiezza.
1 cosi nacque la
lampa
degli artisti: prosperò e
a poco a poco prevalse.
C om e non ricordare il dolce tempo ? lo chino il
capo sulle braccia in croce, chiudo gli occhi e ram
mento.
Un sabbato del 19... Nel silenzio deferente il pre
sidente Bistolti (naso grifagno, occhietti di topo e
barbetta di spinoso) racconta: «...
<^ià nel
1X4.7
un'eletta
1
li gentiluomini si riunì... per stabilire le basi fondamentali
d una Società di letterari e di arrivi la ijualc avesse per
iscopo di radunarsi per comunicarsi le idee
<•
contribuire
all'incremento delle arti belle ».
Coch i e sottocochi intanto con il loro sciugamano
d intorno ai tianchi e in capo la berrettaccia (e sono
un celebre avvocatone, due allievi dcU’accadcnna e
1111 riccone dottor senza clientela) mettono in tavola
montagne di risotto con l’intingolo di pomodori.
L'illustre scultore continua così:
• ...u n o solo può
essere lo stemma che la famiglia delle future coscien:e arti
stiche dovrà eleggere per la sua casa.
/:'</
esso è tutto nella
parola che raccoglie e sintetizza le facoltà rigeneratrici
dell'Arte, nella parola : Amore!
».
O ra i cervelli si riscaldano. E il buon barbera ta
il m iracolo: già si discute; già si grida. Qualcheduno
acconta 1 vicini di certe irrequiete tendenze. E 1 g io
vani osano tar sentire le loro voci. Tra il
bcrgonzola
e il brachetto s’alzano canti gloriosi, corrono dei nomi.
Poi si mescolano satire artistiche con abbandoni al
sentimento, ripicchi spavaldi con ricette di cucina.
In questa scoppia la schietta vo te di («rosso, principe
del colore: —
Chiel-lì l e pà n pitór. L e naso!
Passano gli anni e i sabbati. Eccone 1111 altro.
Uno scultore, bravo nello scolpir animali, mette
gran cura all’arrostimento d ’ un capretto c gronda
sudore a rigirar la lama di spada che ta da schidione;
dall’altro canto del camino un arguto pittore s’abbru-
ciacchia il pizzetto alla D ’ Artagnan e si scotta le dita
a voler rivoltare schiere di chiocciole, che striggolano
ne’ loro gusci sopra la brace accesa. Nella
lampa
c’è
aria di burrasca.
Salta su uno a dire: — Passò quel tempo Enea.
Morti gli impressionisti, finiti i cubisti, a terra 1 picas-
siani...
Subito gli piomba addosso la risposta beffarda:
— Ma tu, bello, sai come ridono 1 polli ?
E una voce squarciata sbraita a rincalzo: — E le
telline, come ridono le telline ?
Urli. risa, canti. Tra lo scoccigliar dei piatti si
incrociano audaci teorie, risposte facete, motti cau
stici. E ironie spavalde cozzano contro 1 paradossi
più temerari. Qualcuno ha dato mano alla fisarmo
nica e ne trae guaiti lamentosi. Il pittore arguto, a
calmar gli spiriti, invita: — Pronte le chiocciole col
limone e col pepe... Ch i ne vuole ;
Poche frasi sovrastano al buscherio: — Subco
sciente... ricerche tonali... teorie luministiche!
Co rrono nom i: — C h a g a llL . Kokoska!
Ma su tutto domina uno strido: — Edonismo!
Edonimsmo
C h e cenacolo bizzarro!
(Jui poeti, ,/ni scultori,
mecenati, musicisti,
dotti, critici, pittori.
I ” <
l'artista solitario,
il bonario, il brontolone,
l'ottimista, il pessimista,
l'uomo chiuso, il chiacchierone.
(Jui soltanto nella
«
lampa
»,
mini desco della gloria,
0(’ ni artista pensa e spera
di restare nella Storia.
Belle, sante serate, 111 cui uomini arrivati iti alto
e allievi novellini si sentivano camerati schietti. F. 1
barbassori non tacevano gli omenoni, e 1 giovani non