

FESTA
DELLE LANTERNE
ili ALBERTO VIRIGLIO
■ P i nostra certa scienza, piena posvan/.i et autorità,
ordiniamo, comandiamo et espressamente prohibiamo
ad 01:111 persona di tjualsivoglia stato, ijrado et tondi*
tione di andar di notte dopo il suono della ritirata per
la presente a tti di Torino <cri-,i
lumi-,
et di portar lan
terne false, tupiiii o altri lumi controtatti sotto pena
per caduti dei capi di tento scudi o di tre tratti di tord.i
all'arbitro nostro •
(Ordine fiihhli,,<
t arlo Emanuele I. 3 gennaio is s j,
G li avi, sino al secolo X V II, o brancolarono al
buio siccom? lo talpe, o dovettero procedere debita
mente lantcrnuti. 11011 essendovi 111 quell’epoca fanali
se non presso alle Porte. 111 piazza Castello. 111 piazz.1
Ducale
(Siiti C arlo )
ed alla To rre del Com un e. O ltre
ben inteso alle poco rischiaranti lanternette che illu
minavano le Madonnine.
(ìli accenni di una prima pubblica illum inazione
risalgono al 3 1 dicembre 1675, data della C on g rega
zione municipale, 111 cui, per biKca del marchese di
San G erm ano , la Duchessa Reggen te fece esprimere
l’intenzione sua « che si dovessero tenere lanterne sopra
« li cantoni, accese di notte, ad effetto che si potesse
«camm inare per la città». A quale effetto la C on g re
gazione elesse una commissione di undici membri,
scaricando la di escogitare e proporre 1111 progetto.
Alcun tem po appresso 1 Torinesi v idero appiccarsi
ai trivi ed ai quad rivi lunghe ed esili pertiche e pendere
da queste certe fogg ie di gabbie antidiluviane, coperte
di tela cerata, entro le quali bruciava il sevo 111 un
piattello di latta, a stento rompendo il tenebrore not
turno c somministrando probabilmente più lezzo e più
fumo che non diffondessero luce. L ’anno 16 9 1, abo
lite le pertiche, s’ iniziò l’ uso dei bracci o sostegni di
ferro.
Tu tta quella grazia di D io si manteneva a speso
parte dei p ropnetarìi degli stabili fronteggiam i e parte
a spese del Com une.
Presto apparirono 1 vetri, e con essi spuntò sull’oriz-
zontc la sassaiuola.
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Questa dovette essere intensa, poiché 1111 Editto
R eale del 1722 tentava reprimerla comm inando una
multa di 200 scudi d ’oro ed in difetto due tratti di
corda ai vetrolanternoclasti: due anni di galera ai re
n d iv i: is scudi d ’o ro di prem io ai denunciatori; nel
i ~ ’ S un nuovo Editto ribatteva nuovamente il chiodo.
Trascurata nei lunghi periodi delle guerre, l'illu
minazione stradale fu sostituita da qualche recrude
scenza nelle disposizioni lanternarie: difatti nella grida
del
Coiiiiiiiihiiiti\
pubblicata regolarmente il 1" gennaio
di ogni anno, ricorreva sempre, non meno regolar
mente. il seguente articolo:
(XI) « Non sarà permesso ad alcuno, di qualunque
- grado e condizione, d andare per città di nottetempo,
« dopo il segno della ritirata, senza lume, sotto pena
« di essere condotto al
erottone
per 1111 giorno e non
« potrà un sol lume servire per più di quattro persone;
« e riconoscendosi che qualcuno si serva di lanterna o
* lanternini doppi, atti a nascondere il lume, o di qual-
« che sorta d ’altri lumi contraffatti, sarà questo sul
« campo arrestato e punito con gio rn i 15 di
erottone c
«se ne informerà il Giusdicente prima del rilascio».
Essa venne poi riordinata con R eg ie Patenti 19
marzo e R e g io B iglietto 30 marzo 17X2 da V ittorio
Amedeo III e per la spesa occorrente si stabili 1111 bal
zello sulla entrata dei fieno. Si trattava di collocare
111 complesso, ma non posso documentare siano stati
collocati: Lanternoni a 4 fiamme 6 10 — Lanternoni
a 3 fiamme iyX — Lanternoni a
2
fiamme 85, parte
a sevo
h
parte ad olio.
Per l’accensione serale e per la ripulitura diurna
dei riverberi, il V icario aveva rivo lto invito aH’ Cwi-
verstla ilei Searpinelli ovverostano Zai'tittini.
ma i settan-
tadue titolari di posti
p iazza ti.
convenuti 111 un locale
del C onven to di San Tomm aso , risposero (verbali
2
agosto i~H; e 10 settembre 17X3) che declinavano,
pur ringraziando il V icario, la lusinghiera offerta, per
I