

trattarsi di « lavo ro a cui 11011 stimavano atti li loro
garzoni, dei quali non potevano far capitale alcuno
quando erano sotto 1 loro occhi, e perciò più forte
mente quando erano fuori dei lo ro occh i... e trat
tandosi specialmente di cosa diversa dalla
carriera
di
« zavattino ».
Un marchese Malaspina, che fu qui di passaggio
nel 1785, avviato per faccende diplomatiche da Napoli
al Portogallo, lasciò scritto circa l'illum inazione nostra:
•< ... è la più splendida, la più bella che si possa mai
•< vedere. E continua in tutto l’anno anche a luna piena.
■<C on un secreto di cui form ano 1 lucignoli (1) essa è
■ risplendente al somm o e consuma pochissimo olio.
« Si crede possa entrarvi sego, acquavita ed incenso ».
Il
28 luglio 17X9 la R eale Accademia delle scienze
invitò ad un concorso, a nome della città, per escogitare
1 mezzi atti a rendere sempre più lucide le notti
urbane:
«
Sebbene l 'illum inazione di Torino iibbiii meritate le
- lodi dei cittadini e degli stranieri, si può tuttora sperare
• di perfezionarla maggiormente, ossia col sostituire all'olio
-
di oliva altra materia infiammabile di minor p re zzo ,
- ossia collo scegliere, conserrare e preparare convenevol-
» mente la stessa materia infiammabile, ossia col fare qualche
■' cangiamento alla forma
<1
alla materia dei fanali, dei ri-
«
rerberi e dei lucignoli, ossia per fine col migliorare il
•<
collocamento, la distribuzione
1»
l'acceudimento dei me-
« desimi fanali. Ondeche desiderando i sindici e consiglieri
•<
della città di procurare
i>
una illum inazione eguale all'esi-
* stente con minore spesa, o rre ro con uguale spesa una
«
illum inazione maggiore, hanno richiesto l'Accademia
-
R eale delle scienze di ricevere ed esaminare, etc. etc.
».
Il
concorso cosi bandito non dovette sortire esito
notevole: la bufera rivoluzionaria scatenata 111 Francia
ravvolse e scomp igliò l’ Europa, specie il nostro paese
finitimo
al
focolare deU’insurrezione, facendo passare
111
seconda
linea
q u a lu nq ue
pensiero
e
qualunque pre-
iKXupazione
che
no n tosse
di guerra.
A rrivando al 1801 abbiamo 463 fanali, ripartiti
com e segue:
V ie. portici, piazze, ponti ........................................ 420
Borgh i di Po e Dora .................................................
12
Casa della
Criorta
(Isolato Municipio) .................
2
(1) Nell'anno i-R}, il capiuno Kurtino invernò uno stoppino da
lume thè prodihrva una Iute 'plondctite senza far fumo o carbone, o
-paniere un otiorc pratici ole. mentre risparmiava un terzo della spesa,
stoppino thè il Re ordino si custodisse nello Archivio municipale entro
mi pino suggellato (N Hianthi. V .» u
Jrìlj
Af
,wijr.hu/
‘trmmirw.
I, liVj).
Casa Operti (Isolato Municipio) ...........................
2
Al Conven to di San Francesco (111 affitto al G o
verno) ..........................................................................
2
Al Conven to del Carm ine (111 affitto al Governo )
3
Al Conven to della Consolata (in affitto al G o
verno) ..........................................................................
2
Al Conven to di San Filippo (in affitto al Governo )
1
Al partitore dell’acqua a Porta Susina .................
2
A lle guardie civiche .......................................................
7
A lle To rri di Porta Palatina ....................................
4
Al Municipio (scale, scalone, corridoio) ............
6
Nel 18 15 non erano cresciuti che a 465.
Qui conviene tributare ai francesi, invasori e con
culcatori per sedici e più anni del Piemonte e di T o
rino, una giustizia che loro è dovu ta: essi non poco
operarono 111 favore dell’edilizia e della viabilità tori
nese, ed il molto clic progettarono non poterono com
piere, poiché, venuto W aterloo, dovettero spulezzare,
una volta p c’
"C.
dal territorio subalpino.
La R istorazione Sabauda del 18 15 pare non abbia
avu to occh io, nei p rim i anni almeno, a soverch i mi
glioramenti della capitale degli Stati Sard i: nel 1826
di riatti troviam o ancora quei 465 fanali che l’ impero
Napoleon ico vi aveva lasciati partendo.
Però, con O rdinato 8 luglio di quell’anno, i Decu
rioni stabilivano il cam b io di 350 di quei lanternoni
con altrettanti così detti
alla Bordier,
di cui 1 so da col
locarsi prima del 18 2 7 e 200 nel corso di quel
l’anno.
Precisamente 111 quei gio rn i, Modesto Paroletti, un
topopolita
troppo dimenticato dai concittadini, aveva
cura di registrare: « Si parla di un p rogetto per l’im -
« piego del gas idrogeno portatile neU’ iIluminazionc
«della città: sistema utile ed econom ico».
U tile ed econom ico si, tua che rimase progetto non
degno ancora di ammcssionc da parte del C iv ic o Areo
pago, all’ingresso del quale doveva fermarsi ad aspet
tare per altri vent’ anni, 111tantoché 1 privati già se ne
valevano e l’ utilizzavano a gara.
Procediamo di carriera: lo spazio manca ed il
proto prot...csta.
Il
teologo Tom aso Ch iuso, nella
Storia della Chiesa
in Piemonte
(III, 99), poderoso lavoro ricco di interes
santi memorie c di cim ose informazioni relativamente
a To rino , accenna: « lesst 10 non so qual giornale che
«nel settembre 18 2 2 ( 1) si fecero 111 T o rin o , nel
C a ffè
(0
Alla distanza cioè di soli undici anni dille p n m : proveJd illumi-
nazione ad idrogeno (attesi in Inghilterra
3 f