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L'Ililii/iiliS.liloiiililiiirNO

Fra i più insigni monumenti artistici chc nelle

immediate vicinanze di Torino si offrono aH’ammira-

zionc dei turisti è certamente

1

Abbazia di S. Antoni»'

di Ranverso, nei pressi di Rosta, sull’antica strada di

Francia che da Torino conduceva ad Avigliana e a

Susa, e che ora è allacciata alla strada nazionale da

un magnifico viale alberato.

Sebbene manchino documenti precisi per stabilirne

l’anno di fondazione è opinione comune degli storici

ch’essa risalga al 1156. Sarebbe quindi, in ordine di

tempo, la seconda casa fondata dagli Antoniani. Era

questa una Congregazione laica rapidamente trasfor­

matasi in Ordine religioso ospitaliero, che, iniziata

nel 1095 a La Motte Saint Didier presso Vienne nel

Del finato da Gastone signore de la Valloire, tendeva

ad assistere e curare gli interini affetti dal « tuoco

sacro *.

Essi, estendendo la zona di loro benefica attività

pure al di là delle Alpi, costruirono a Ranverso dap­

prima un Ospedale e poi una Chiesa che per succes­

sive costruzioni ed ampliamenti si trasformò nell’ Ab­

bazia quale ancor oggi si può ammirare dopo 1 restauri

che, sotto la direzione del

d'Andrade prima e di

Cesare Bertea poi, vi

tece eseguire l’ Ordine

Mauriziano. Si deve in­

tatti ricordare chc, sop­

presso nel 1755 l’Ordine

An ton iano, n e ll’ anno

successivo, per bolla di

Papa Pio VI, l’ Abbazia

venne assegnata all’O r-

dir.e dei Ss. Mauuzio e

Lazzaro.

* ★★

Con vivo e vario interesse 1 maggiori studiosi del­

l’arte, dal Venturi al Toesca, dal Portcr ad Anna

Maria Brizio, considerarono l’importanza di questa

Chiesa che, pur conservando notevoli tracce del carat­

tere romanico nella primitiva sua costruzione, si pre­

senta come un notevole esempio architettonico del

gotico fiorito piemontese.

Questo, naturalmente, risalta soprattutto nella fac­

ciata che appare come dominata dalle tre ricche ghim-

berghe, ornamento ai tre portali chc immettono nel

pronao, adomate nel loro sguancio da ricche comici

111 cotto (nelle cui fasce sono sviluppi a pieno di

foglie, fiori, rami di quercia, pampini e grappoli) e

terminanti con pinnacoli a base pentagonale che

reggono 111 testa, quello centrale la croce, 1 due late­

rali il

tau

, distintivo dell’Ordinc Antoniano. Questa

lettera potenziale,

signum potentine,

che 1 monaci di

queU’Ordinc recavano azzurra sulla tonaca nera e che

si ritrova qui come elemento decorativo, fu vana­

mente interpretata; parve a taluno ch’essa fosse quasi

un segno cabalistico da ricollegarsi forse col greco

Thauma

in senso di pro­

digio o ciarlataneria; il

Fasola osservò invece chc

«trovandosi questo sim­

bolo

Tau

spesso unito col

campanello, vien fatto di

pensare alla gruccia del

Santo Abate e al campa­

nello con cui chiamava

1 suoi discepoli • e nievò

chc già nel vecchio Te­

stamento la forma della

gruccia o del

Tau

ebbe

IO