

RENZO PEZZANI
L’ASINELLO
DELL’OPERAIO GIUSEPPE
Siiti Giuseppe, sposo di Maria Madre di Cesti, discenderà da tuta famiglia di re ma faceva il falegname. Dio aveva voluto
così, tìgli
virerà a
Sazaret
in
ima casuccia umile
,
pulita, bianca di calce come ancora ce ne sono in Palestina. Col suo lavoro
prorredera il necessario a sè e a Maria sua sposa.
Il falegname ha spesso bisogno di prorredersi di legnami per i suoi lavori, di portare a chi glieli ha ordinati, i lavori finiti:
madie per il pane, culle
/•«r
i bambini, letti per il riposo e
cento
altre cose utili alla vita familiare di tutti i ynomi. Xon si può
portare tutto sulle spalle
,
ma Giuseppe che era
porero
accettara per amor di Dio, per umiltà e per economia anche questa fatica
più grave delle sue stesse forze.
I n giorno Giuseppe va al mercato per comprare tante di quelle piccole cose che possono servire alla casa; forse il sale, un po'
di lana grezza da filare
,
olio per il lume, farina per il pane, e vede maltrattare un asinelio. Se ne impietosisce e lo compra,
e lo porta
ti
casa.
Cammm facendo viene sera, e poi la notte. S e i buio Giuseppe quasi dimentica che ha al fianco un asinelio e <jli parla con dol
cezza come si parla a citi ci può capire.
L'asinelio lo se^ue docile, ubbidiente. Da quel momento aiuterà Giuseppe in ogni fatica di operaio, e sarà la stessa cara bestiola
che porterà Maria a Betlemme, clu salverà la Sacra Famiglia dall'inseguimento dei soldati di re Frode portandola di passo
svelto in Fptto ; che la riporterà in Palestina appena il pericolo sarà passato. Sarà ancora un asinelio, se pure
non
più quello
che ha comprato l'operaio Giuseppe, che porterà Gesù nel trionfo di Gerusalemme, la Domenica delle Palme.
I
diete quanta parte ha nei
I
’anp li questo caro animale che l'uomo talrolta batte a sangue, senza pietà, in cambio della sua
mansuetudine e della sua pazienza?
I /operaio Giuseppe andò al mercato
che di cento cosuccie avea bisogno,
e a mezzogiorno un pane avea mangiato
e per pietanza un frutto di cotogno;
Guardandolo, gli fece tanta pena
qucU’asincllo dalla testa grossa,
grigio, con una croce sulla schiena
e sulla croce una ferita rossa,
e all’osteria, ricolma di sensali
che din pugni sui tavoli robusti
e mandan giù boccali su boccali
fin che un incerto atfarc non s’aggiusti.
che chiese al suo padrone: — Lo vendete
quest’asinelio ; — Sono qui per questo.
Per un danaro è vostro e lo prendete.
Giuseppe paga il prezzo clic gli ha chiesto
un po’ per risparmiare il suo quattrino,
un po' per non confondersi alla gente,
non era entrato. E gli piaceva, il vino !
ma bevve al pozzo chc non costa niente.
e prendendo la bestia alla cavezza
le disse in un orecchio: — Andiamo via.
Sarà lieta di te anche Mana. —
E sul collo le fece una carezza.
Poi movendosi adagio, in mezzo a tutta
quella gente che compera e che vende
e vasi e storte e mieli e aromi e trutta,
in quel vociar di chi riscuote o spende.
Docile e pronto, l’asino si mosse,
c così lesto, come se fuggisse,
chc. stupefatto, il negoziante disse:
— Sente la voce più delle percosse.
vide a 1111 tratto venire 1111 asinelio
gng io , piccino, dalle mosse incerte,
e su di lui un uomo a gambe aperte
chc gli menava colpi di randello.
Ma già quei due innocenti erano al passo
sulla strada chc porta alla dimora
bianca sotto una palma. Ed era l’ora
che il sole e il giorno volgono al trapasso.
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