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uando nella capanna di Betlemme

il bue che masticava un fieno granii’»

sentì venir dal campo, lemme lemme,

un passo d'asinelio ed il richiamo

affaticato d una voce utnana,

si volse e vide — e ne stupì non poco

che si fermava lì, la carovana;

e che già l’ uomo preparava un fuoco.

— Di dove vieni? — chiese il bue. curioso,

all’asinelio, quando l’ebbe accanto.

— Da Nazaret, veniamo. — F. sarai stanco

se non t’han dato già un po’ di riposo.

— Passo passo, son qui, ma non la sento

la lunga strada che m ’han tatto tare.

— Perche dovete tanto camminare ?

— Giuseppe fu chiamato al censimento.

— Cosa vuol dire ? — Neppur io lo so.

Ma lo sapevo c se mi torna in mente,

prima di ripartir te lo dirò.

Fio fame! — Ed io non posso offrirti niente.

Il poco fieno che mi danno, basta

appena appena a far sì che non muoia.

Qualche festuca forse c’è, rimasta

nelle fessure della mangiatoia.

L ’avete appesa voi quella lanterna

sulla capanna? — (ih ! no. Quella è una stella

che ci seguì fin qui come l’agnella

segue il pastore. Essa è una fiamma eterna.

— E quella dolce Donna inginocchiata,

e d'un velo coperta, a capo chino ?

— Ella è Maria che aspetta il suo Bambino.

Iddio, dal Ciel, di grazia l’ha colmata.

— E quell’uomo che coglie ramo e arbusto

per tener sempre vivo il focolare ?

— E il mio padron, Giuseppe, un uomo giusto

Con lui è così bello lavorare!

— Taci, asinelio, che mi par d ’ udire...

— Che cosa senti ? Sarà forse il grillo.

— Udii qui presso 1111 Bambinel vagire,

1111 altro cuore battere, tranquillo.

Non senti, dunque ? — Sì, lo <;rnrn anch’io...

E si voltaron verso quella

.........a

che avea le mani tese ad una fiamma,

alla luce d ’ un Bimbo. Ed era Dio.

Ilora il Cielo spaiamo le porte

e un bianco nembo d'angeli del coro

usci

cantando: E i vincerà la morte!

I musicanti delle trombe d’oro

mettean nell'aria un inno così puro

che per udirlo si fermò il ruscello,

e tacque il grillo, si fermò l'uccello,

s'inteneri di pianto il cuor più duro.

Ed era un piatito che non lascia affanno

ma dove passa

ogni dolor

cancella:

la lacrima si muta in una stella

che tutti i cieli se la ruberanno.

Usciron scalzi g li angeli viandanti

che si incontrano ai bivi e alle fontane,

impolverati, ed Itati sembianze umane,

e Foscuro color dei mendicatiti

c tra la gente povera e minuta,

portando iti collo i bimbi addormentati

ed aiutando i vecchi affaticati,

eran per tutti gente già veduta.

E, pastor tra i pastori, ora d'un fischio

scoteati dal sonno uomini ed armenti.

Per affrettarli, gli angeli impazienti

aveati raccolto un ramoscel di vischio.