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da smantellarsi in ottemperanza
all’editto di Marengo del 1800
16
)
sia minuziosamente descritta.
Oltre ai due veri e propri borghi
(indicati come
Faubourgs
), ossia
quelli della Dora e del Po, secon-
do una prassi che abbiamo visto
già propria dell’
Ancien Régime
,
la mappa del catasto mostra di
individuare con estrema accura-
tezza anche tutti gli altri borghi
o aree di attestamento di questi,
ormai stabilmente definite dalla
seconda metà del XVIII secolo,
nonché alcuni nuclei che saran-
no propri delle borgate, mentre
riconosce il ruolo morfogeneti-
co, per molti di questi, delle vie
extraforanee, soprattutto quel-
le di primaria grandezza, che
collegano la città con gli Stati
vicini e con il suo territorio.
Il passaggio dalla scala delle
masse di coltura (che peraltro
lascia una immagine della strut-
tura agricola del territorio attor-
no alla città di estremo rilievo) si
attua con il cosiddetto “Catasto
[Alberto] Gatti”, iniziato sin dal
1804 e non compiuto, portato
infine a compimento dal fratel-
lo Andrea, redatto dal 1817 al
1830
17
. L’assoluta minuzia del
rilevamento catastale permette
di analizzare a fondo la natura delle particelle che compongono i singoli borghi, di ricono-
scere la struttura delle cascine che, non di rado demolite, daranno il nome alle borgate,
come è il caso della modesta cascina San Paolo che poi sarà il toponimo della vastissima
borgata operaia sorta oltre il limite della “linea del ferro”, ossia la ferrovia, che la separa
dal limitrofo borgo Crocetta. In altri casi è un nucleo di un borgo ad essere oggetto di
puntuale rilevamento come per
I Biasonetti
, uno dei poli del borgo Bertolla, oltre il corso
della Stura.
A questi rilevamenti, minuziosi come lo è per sua natura l’approccio catastale, fa da
contrappunto la lettura a scala vasta che è propria della cartografia dello Stato e che, ere-
de della tradizione napoleonica, si esplica in fase di Restaurazione nella eccezionale, sia
per qualità grafica, sia per nitidezza d’impianto,
Carta degli Stati Sardi
, redatta tra il 1816 e
il 1830
18
, in scala 1:50.000, con scala grafica in trabucchi e miglia di Piemonte, “riconosciu-
te sul terreno”, e mappe siglate dagli ufficiali superiori dello Stato Maggiore dell’esercito,
16
L’editto, emanato all’indomani della battaglia di Marengo da Napoleone Bonaparte impone lo smantella-
mento di tutte le fortezze di primaria grandezza, ad eccezione delle cittadelle di Torino e Alessandria. Si apre
la lunga vicenda delle demolizioni della fortificazione di Torino e la parabola della straordinaria progettazione
di carta avviata dal concorso indetto per un progetto di ridisegno urbanistico dell’ex capitale subalpina. Per i
dettagli il rimando obbligato è a Comoli Mandracci, 1983.
17
Andrea Gatti,
Catasto di Torino, Catasto particellare. Collina e sobborghi
, 1820-29. ASCT,
Catasto Comunale
,
1802-1920,
Catasto Gatti e successivi aggiornamenti
. Per una disamina dell’importanza del metodo celeri
metrico messo a punto da Alberto Gatti e per le vicende del catasto portato a compimento il riferimento più
recente è Defabiani, 2013, pp. 345-359.
18
Corpo Reale dello Stato Maggiore,
Carta degli Stati Sardi
, 1816-1830. IGM, Firenze, Archivio Topo-
cartografico, foglio M 10 (Torino).
3. Giovanni Battista Sap-
pa,
Ville impériale de Turin
,
in
Département du Po, Ar-
rondissement Communal
& Canton de Turin, Plan
géometrique de la Com-
mune de Turin, Levé en
exécution de l’arrêté du
12 Brumaire an II, Terminé
le 12 Nivose an XIII
, 1804-
05. ASTO, Riunite,
Finanze
,
Catasti
,
Catasto Francese
,
Torino.
4. Andrea Gatti,
Catasto
di Torino
,
Catasto particel-
lare. Collina e sobborghi
,
1820-29. ASCT, Catasto
Comunale,
1802-1920,
Catasto Gatti e successivi
aggiornamenti
.