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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

Si è inoltre avanzata la proposta di identificare con il Monte dei Cap-

puccini il castello di

Rokke Pandolf

occupato dall’imperatore Lotario nel

1136: innanzitutto un luogo di tale nome (menzionato solo dal cronista

tedesco) risulta affatto ignoto alla toponomastica della zona; va poi sen-

z’altro escluso che allora potesse essere chiamata

rocca

una piccola escre-

scenza non rocciosa come il Monte dei Cappuccini. Ancora meno ac-

cettabile è l’ipotesi che il nome si riferisca a un’antichissima fortezza

posta sulla sponda sinistra del Po ricordata ancora oggi da via della Roc-

ca. Quest’ultima denominazione proviene infatti, verisimilmente, dalla

«roccia» (tale l’accezione dialettale di

roca

) un tempo esistente sul ci-

glione del fiume poco a valle del Valentino

225

.

La scarsità di centri fortificati, tipica dell’area collinare, perdura ne-

gli ultimi secoli dell’età medievale: al contrario, ancora una volta, di

quanto avviene in pianura, non vi si vede infatti prosperare alcuna azien-

da rurale fortificata. Ciò è giustificato, innanzitutto, dall’accentuata

frammentazione della proprietà e dalla prevalenza della coltura vitico-

la

226

, ma ebbe certo un suo peso anche la vicinanza della città e la pre-

senza di vie di comunicazione tradizionalmente controllate in modo as-

sai stretto, dal potere ufficiale. Ciò nonostante le fonti tardo medieva-

li testimoniano senza alcun dubbio la presenza, nell’area collinare, di

almeno due

castra

dei quali risulta difficile giustificare l’esistenza e in-

dicare con sicurezza l’ubicazione.

Nel 1349 Giacomo Zucca, membro di una delle famiglie più autore-

voli della città, denuncia il possesso di una decina di giornate di vigna,

ronco, bosco e prato poste «ultra Padum ad Castrum Ocheti» o «in fi-

ne castelli Ocheti»; fra i coerenti, insieme ad altri membri della mede-

sima casata, figurano beni di

Bertinus Trogletus

, della chiesa di Santa

Margherita e almeno un elemento naturale, il

rivus Beliardus

. Tale as-

setto della proprietà rimane all’incirca stabile nel successivo estimo del

1363 e viene solo in parte modificato nel 1415

227

.

Il

castrum

o

castellum Ocheti

, per il mezzo secolo circa in cui è docu-

mentato, non viene dunque mai denunciato direttamente da un regi-

strante, ma è un puro e semplice riferimento toponimico per beni che si

trovano nelle sue vicinanze, non diversamente da quanto si è visto in

225

Cfr.

settia

,

Fisionomia urbanistica

cit., p. 823 (testo corrispondente alla nota 106).

226

Oltre a quanto detto sopra, p. 78, testo in corrispondenza delle note 218 e 219, cfr.

pa-

scale

,

Fisionomia territoriale

cit., pp. 217, 229.

227

Rispettivamente: ASCT, Dor. 1349, c. 71

r

; Dor. 1363, c. 66

r

; Marm. 1415, c. 58

r

;

car-

mine

,

Accertamenti demografici

cit., II (1415), p. 1153;

benedetto

,

Forme e dinamiche del paesag-

gio rurale

cit., p. 251.