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con i proficui diritti di pesca e di navigazione su quel tratto di fiume che

certo costituì uno dei fattori della fortuna dei Necchi.

Non fu un caso se proprio su edifici preesistenti, fra i quali la «casa

forte» di Sarniasco e il

Castellacium

dei Necchi, si fondarono nel

xvi

se-

colo le prime «villeggiature» della collina torinese

246

.

Le pr eme s s e d i un nuovo popo l amento .

Il paesaggio della

Campanea

.

La denominazione di

Campanea

era tradizionalmente attribuita a tut-

ta l’area pianeggiante estesa a nord del Po che, dopo aver circondato a

largo raggio le mura di Torino, continuava senza interruzione nelle giu-

risdizioni dei centri minori circonvicini

247

. La

Campanea

quindi non coin-

cideva affatto con il territorio dipendente dalla città e, prima che una

realtà giuridica, era, qui come altrove, «un nome comune» suggerito dal-

le sue caratteristiche paesaggistiche e pedologiche del tutto simili in di-

verse altre zone dell’Italia settentrionale. Mancano infatti in essa trac-

ce di organizzazione curtense altomedievale, della cultura viticola e di

centri abitati minori, elementi che al contrario – come si è visto – sono

tutti presenti nell’area collinare soggetta alla città sulla destra del Po

248

.

Il paesaggio della Campagna si identifica nondimeno, in buona par-

te, con quello del territorio torinese di pianura i cui caratteri sono già

rilevabili, in modo episodico e orientativo, dalla documentazione ante-

riore al

xiv

secolo. Per comodità l’intera zona può essere suddivisa in

tre settori: uno orientale disposto intorno al corso della Stura, un se-

condo a nord-ovest attorno al corso della Dora Riparia, e un terzo in-

terposto a sud-est fra la città e il corso del Sangone. Ciascuno di essi,

diverso per formazione geologica, presenta condizioni del suolo ora più

ora meno favorevoli allo sviluppo agrario differenziandosi inoltre per la

vicinanza alla città e per il grado di accessibilità da parte dei coltivato-

ri che in essa operavano

249

.

I documenti riferibili a ciascun settore, rarissimi per il

x

e

xi

secolo

e assai scarsi nel

xii

, cominciano ad assumere una certa importanza sol-

La città e il suo territorio

85

246

Cfr.

gribaudi rossi

,

Vigne e ville

cit., I, p. 141; II, p. 587. Tenderebbe ad anticiparle al se-

colo

xv barbero

,

Un’oligarchia urbana

cit

.

, p. 131.

247

Cfr.

settia

,

Fisionomia urbanistica

cit., pp. 825-26 (testo corrispondente alle note 111-13).

248

Maggiori particolari

ibid.

, pp. 826-27 (testo corrispondente alle note 114-15).

249

Cfr.

d. gribaudi

,

Piemonte e Val d’Aosta

, Torino 1960, p. 71;

pascale

,

Fisionomia territo-

riale

cit., pp. 212 sgg.