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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
La scarsissima immigrazione da aree o da città relativamente lonta-
ne è costituita da manodopera specializzata; di origini non piemontesi
vi è menzionato un solo
magister
, di nome
Rezardenus
, proveniente da
Bergamo
11
. L’immagine che ne scaturisce è quella di una città caratte-
rizzata assai più da forti connotati rurali che dalle attività manifattu-
riere e dal robusto inurbamento di un ceto signorile alla ricerca di uno
stile di vita cittadino. Non può pertanto stupire che, fra gli immigrati,
sia menzionato un «vacherius civitatis Taurini»: come ogni villaggio su-
balpino che si rispetti Torino dispone infatti di pastori comuni a cui,
tutti i contribuenti, dietro un compenso stabilito, possono affidare i pro-
pri animali da allevamento
12
.
Dec l i no demogr a f i co , r i nnovamento de l l a popo l az i one
e s t rut tur e f ami l i a r i .
L’evoluzione della popolazione cittadina dopo la peste nera, sempre
ricostruibile con una certa approssimazione attraverso gli estimi e i
libri
summarum registri
, rispecchia da vicino il
trend
demografico coevo della
popolazione documentabile su scala piemontese ed europea: circa 750
contribuenti nel 1349-50, 717 nel 1363, 620 circa nel 1380, 723 nel
1391-93, 625 nel 1415
13
. Al rapido declino accertabile alla metà del Tre-
cento, ma forse già avviato da circa un ventennio
14
, seguirono, a fine se-
colo, numerosi sforzi di ripresa spazzati via, all’inizio del Quattrocen-
to, da una nuova contrazione che sembrò toccare il culmine proprio ne-
gli anni in cui, esauritasi la dominazione dei Savoia-Acaia sulla città,
questa si trovò inserita nel complesso
puzzle
degli stati sabaudi.
Evidente, ma assai meno chiaro, è il ruolo delle epidemie sull’anda-
mento della popolazione, a cui ha recato un contributo decisivo un bre-
ve saggio di Alessandro Barbero, che ha studiato sistematicamente la
mortalità fra i membri del consiglio di credenza di Torino fra il 1325 e
il 1420. Per quanto i dati rilevati fra i consiglieri non possano essere
estesi all’insieme della popolazione se non a titolo indicativo, le conse-
guenze delle maggiori crisi epidemiche sulla demografia torinese, grazie
alle sue indagini prosopografiche, appaiono oggi abbastanza ben preci-
11
ASCT, Dor. 1349, f 44
r-v
: «magister Rezardenus de Bergamo habitans in Taurino».
12
pascale
,
Fisionomia territoriale
cit., p. 246.
13
comba
,
La popolazione di Torino
cit., p. 32;
id
.,
La popolazione in Piemonte
cit., pp. 46 sgg.;
g. pinto
,
Dalla tarda antichità alla metà del
xvi
secolo
, in
l. del panta, m. livi bacci, g. pinto, e.
sonnino,
La popolazione italiana dal Medioevo a oggi
, Roma-Bari 1996, pp. 51 sgg.
14
barbero
,
Una fonte per la demografia
cit., pp. 225-26; cfr.
comba
,
La popolazione in Piemonte
cit., pp. 35 sgg.