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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

merose forme cognominali che evocano un mestiere (Fornerius, Tisse-

randus, Murator, Testor, Batlana) o che sono composte da un toponi-

mo (de Clavaxio, de Sancto Mauro). L’identificazione con un preciso

gruppo familiare avviene in questi casi attraverso il confronto di altri

dati significativi, come quelli concernenti il patrimonio immobiliare.

Il metodo è stato applicato qualche anno fa da Patrizia Carmine agli

unici due estimi torinesi completi del periodo qui considerato, quelli del

1363 e del 1415. I risultati che ne sono scaturiti sono oggi confrontabi-

li con quelli emersi dallo studio del riassunto, risalente al 1393, di un

estimo, incompleto, del 1391. A tale riassunto, o

liber summarum regi-

stri

, sono state via via aggiunte in margine informazioni concernenti ora

la morte, ora l’emigrazione di singoli contribuenti, che risultano quan-

to mai utili per meglio comprendere i processi di rinnovamento della po-

polazione che in quegli anni interessano la città di Torino.

Se, con la Carmine, si confrontano gli elenchi degli iscritti agli esti-

mi torinesi del 1363 e del 1415, si accerta innanzitutto che le indicazioni

cognominali tendono ad aumentare: sono 415 nel primo estimo e 432

nel secondo. Inoltre ben 222 cognomi sui 415 menzionati nel 1363 (cioè

il 53 per cento, corrispondente al 41 per cento dei contribuenti) non so-

no più menzionati nell’estimo successivo, mentre 169 cognomi soltanto

sono attestati anche nel 1415. Riferendo invece le percentuali alle cifre

del 1415, si constata che solo 320 contribuenti (il 51 per cento) portano

un cognome già censito nel 1363; il rimanente 44 per cento è costituito

da cognomi nuovi. A una diminuzione sensibile della popolazione fa quin-

di riscontro un suo cospicuo rinnovamento, confermato «dal notevole

peso percentuale dei cognomi scomparsi […] e dei cognomi nuovi, che

nel 1415 costituiscono ben il 55 per cento degli iscritti a catasto»

17

.

Dal punto di vista sociale un fatto appare quanto mai significativo:

l’estinzione dei cognomi, verificatasi fra le date di redazione dei due

estimi, interessa soprattutto contribuenti meno provvisti di beni im-

mobiliari. I cognomi scomparsi appaiono così distribuiti: il 60 per cen-

to si riferisce a persone sprovviste di beni immobili nel 1363, il 48 per

cento a persone che detengono meno di 10 giornate di terra e il 26 per

cento a proprietari di patrimoni terrieri che vanno da 10 a 40 giornate;

meno del 14 per cento riguarda i contribuenti con più di 40 giornate di

terra. Il quadro globale è di una «pressoché assoluta stabilità delle fasce

contributive superiori», a cui si contrappone «una mobilità assai ac-

17

p. carmine

,

Accertamenti demografici sul Comune di Torino fra il Trecento e il Quattrocento

,

Torino 1979, dattiloscritto presso il Dipartimento di Storia, Sezione Medievale, Università di To-

rino, pp. 27-29 (la citazione è a p. 29).