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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
e controllata da imprenditori che, oltre a non disporre di robusti capi-
tali, la consideravano come una delle tante risorse a cui avevano acces-
so. Lo confermano, ancora una volta, i redditi via via più esigui deri-
vanti dalla malatolta dei panni e dallo sfruttamento signorile delle gual-
chiere nel primo decennio del secolo. Tra il febbraio 1401 e il settembre
1408 la malatolta rese complessivamente, dedotte le spese di esazione,
la modestissima cifra di 15 lire e 13 soldi: circa 2 lire di denari cursibi-
li di Vienne l’anno. Inoltre a partire dal 1402 l’ammontare dell’appalto
annuale delle gualchiere fu di 12 fiorini di buon peso, ma nell’importo
era compresa anche la
firma
di due battitoi da canapa e di
molerie
non
meglio specificate: un introito troppo basso perché il principe trovasse
conveniente ricostruirle, dopo che un’esondazione della Dora nel 1408
le aveva completamente distrutte
93
. Qualche segno di ripresa è tuttavia
percepibile nel secondo decennio del secolo, quando gli introiti della ma-
latolta risalgono a 3-4 lire annue. Un rilancio più consistente della pro-
duzione avvenne tuttavia soltanto più tardi, con l’innesto, dall’esterno,
di nuove esperienze che avrebbero rinnovato sensibilmente il panorama
delle attività tessili torinesi.
L’artigianato: dalla crisi alla diversificazione produttiva.
La fabbricazione dei
panni taurinenses
rappresentò per tutto il Tre-
cento il principale settore produttivo non agricolo dell’economia citta-
dina, ma non fu il solo; la stessa produzione tessile era infatti tutt’altro
che limitata alla confezione dei pannilana.
Relativamente consistente, tra la fine del
xiii
e i primi decenni del
xiv
secolo, fu per esempio la presenza di attività artigianali, caratteri-
stiche dei centri con funzioni urbane, connesse con la lavorazione
dell’oro e dell’argento. Così nel 1298 troviamo un «Peroninus aurifa-
ber», negli anni 1300-302 un «Guillelmus dorerius» e un «Ruffinus mo-
netarius», nel 1315-16 un «magister Iohannes dorerius», nel 1349 un
«Marchetus dorerius»
94
. Di altri due
dorerii
, mastro Bristeto e mastro
Guglielmo, il secondo dei quali proveniente da Moncalieri, si ha noti-
zia poco oltre la metà del secolo: essi furono accettati come
habitatores
negli anni 1365-66 con un esonero di otto anni da ogni onere militare
93
ASCT,
Ordinati
, 36, f. 50
v
. Sviluppo di Moncalieri come centro di produzione tessile:
na-
da patrone
,
Per una storia del traffico commerciale
cit., pp. 666, 682, dove si menzionano anche
i panni di Chivasso. Appalti delle gualchiere:
bracco (
a cura di),
Acque, ruote e mulini
cit., II,
pp. 272-73. Cfr.
barbero
,
Un’oligarchia urbana
cit., p. 144.
94
CCT, rot. 2a,
banna
; rot. 2c (1300-02),
banna
; rot. 4c (1315-16),
banna
. Per «Marchetus
dorerius»: ASCT, Dor. 1349, f. 56
r
.