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essere valutata limitandoci alle cifre del catasto. Assai più istruttivo è il

testamento di Antonio, rogato nel 1426, in cui il mercante assegna a cia-

scuna delle sue quattro figlie la dote, discreta per i parametri torinesi,

di 300 fiorini: una cifra sufficiente a concludere che pur senza collocar-

si sullo stesso piano dei maggiori drappieri cittadini, il Pittodo si era co-

munque fatto una posizione rispettabile. E infatti nel 1414 egli era sta-

to cooptato nel consiglio di credenza, e qualche anno più tardi lo ritro-

viamo clavario «pro populo» e rettore della Società di San Giovanni

Battista: a testimonianza che anche in una città in declino demografico

e contratta su se stessa come la Torino del primo Quattrocento resta-

vano aperte considerevoli possibilità per un imprenditore di talento

24

.

2.

Le associazioni.

I me s t i e r i .

Un aspetto fondamentale della mercatura nella Torino tardomedie-

vale è l’assenza di una rigida compartimentazione, e di qualsiasi orga-

nizzazione stabile di mestiere. Le corporazioni si formeranno solo mol-

to più tardi, fra Sei e Settecento, come ha mostrato Simona Cerutti in

un libro recente; nell’età che qui ci interessa, l’esercizio di qualsiasi com-

mercio o professione era del tutto libero. Le rarissime indicazioni in sen-

so contrario contenute negli statuti, ad esempio quella per cui il medi-

co forestiero, venuto ad abitare a Torino, doveva essere esaminato dai

medici e dai chierici della città, rispondono a preoccupazioni di ordine

esclusivamente pratico, e non configurano una volontà corporativa; non

a caso, trattando di una professione ben più diffusa come quella notari-

le, gli statuti si preoccupano al contrario di stabilire che a nessun notaio

potrà essere proibito di esercitare la sua professione al servizio dei cit-

tadini, purché non rediga strumenti in pregiudizio del principe

25

.

L’assenza di corporazioni pone un problema che non può essere ri-

solto semplicemente attribuendola allo scarso sviluppo assunto dall’eco-

nomia cittadina; abbiamo constatato, infatti, che i traffici e la produ-

zione tessile, pur attestati su un volume d’affari secondario rispetto ad

Gruppi e rapporti sociali

179

24

ASCT, Pust. 1363, f. 99

r

;

Ordinati

, 28, ff. 16-17; Pust. 1391, f. 72

v

;

Ordinati

, 42, f. 82

v

;

Pust. 1404, f. 42

r

; Dor. 1415, f. 10

r

; Marm. 1436, f. 44

v

. Il testamento in AAT, prot. 28, f. 115

v

;

cfr. cap.

10

, nota 39.

25

BSSS, 138/1, pp. 31 sg., 122. Per la successiva nascita delle corporazioni torinesi cfr.

s. ce-

rutti

,

Mestieri e privilegi. Nascita delle corporazioni a Torino, secoli

xvii-xviii

, Torino 1992.