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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
La Soc i e t à d i San Gi ovann i Ba t t i s t a .
L’associazione più importante che abbia operato a Torino nel corso
del Trecento è la Società di San Giovanni Battista. La sua nascita si fa
risalire di solito ai capitoli pubblicati il 21 novembre 1335 da Caterina
d’Acaia, «pro bono statu, pacifico, tranquillo civitatis Taurini», e con-
tenenti disposizioni relative all’omicidio, al divieto di portare armi, al
ricetto di banditi; per meglio assicurare il mantenimento dell’ordine
pubblico venne organizzata una forza di 400 cittadini, tenuti a giurare
personalmente fedeltà, e ad accorrere armati al primo segnale per met-
tersi agli ordini del vicario e del giudice. La preoccupazione di coinvol-
gere gli abitanti nell’esercizio della giustizia e nella difesa armata della
città è in quegli anni una caratteristica della politica degli Acaia, con-
sapevolmente perseguita dalla reggente e più tardi da suo figlio Giaco-
mo; che la protezione dell’ordine pubblico assumesse immediata rile-
vanza politica, è cosa evidente se si pensa che appena l’anno preceden-
te era stata repressa nel sangue la congiura degli Zucca. Le disposizioni
concordate nel 1335 fra la reggente e la città non lasciavano ancora pre-
vedere, tuttavia, quello che sarebbe stato di lì a poco il connotato sa-
liente della Società, e cioè il suo esser costituita esclusivamente da for-
ze popolari, a esclusione della nobiltà; i notabili cittadini con cui Cate-
rina aveva discusso, e che si erano incaricati dell’organizzazione dei 400,
erano infatti Miglioretto della Rovere, Stefano Beccuti, Raimondino
Borgesio, Giovanni Mascaro e Giovanni Pistagno, ovvero tre nobili su
cinque
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.
Negli anni immediatamente successivi, il progetto politico dei prin-
cipi d’Acaia si precisò proprio nel senso di una radicalizzazione delle
spaccature sociali all’interno delle città soggette; ed è in questo conte-
sto che presero forma le prime società dichiaratamente popolari. Nel
1337 venne costituita la Società del Popolo a Pinerolo, con accesso li-
mitato a quei cittadini «qui non sunt de albergis et magnis parentellis
dicti loci»; due anni più tardi appare già costituita e funzionante a To-
rino la Società di San Giovanni Battista, egualmente riservata ai popo-
lari, tanto da essere apertamente qualificata dal principe Giacomo co-
me società di popolo. Gli statuti che la Società senza dubbio ricevette
all’atto della fondazione sono perduti, sicché sappiamo ben poco sulla
sua natura istituzionale, a meno di non estendere a quei primi anni le
33
m. chiaudano
,
Gli Statuti della Società di S. Giovanni Battista
, in «Torino. Rivista Munici-
pale»,
xiii
(1933), pp. 18 sg.