

il numero a 60 consiglieri eletti a vita
12
. In realtà il numero dei consi-
glieri in carica era spesso inferiore, poiché la credenza non sembra aver
avuto fretta di rimpiazzare i suoi membri defunti e i posti vacanti ri-
manevano tali per anni: nell’agosto 1373 il consiglio era ridotto ad ap-
pena 46 membri, di cui almeno due assenti in permanenza per affari,
sicché fu necessario eleggere in un sol giorno sedici nuovi consiglieri per
raggiungere l’organico previsto
13
.
Sebbene gli statuti prescrivessero in teoria per i credendari l’obbli-
go di presenza alle sedute, in pratica ci si accontentava di riunire la mag-
gioranza degli aventi diritto, e talvolta nemmeno quella; nelle rare oc-
casioni in cui gli
Ordinati
contengono la lista dei consiglieri presenti a
una riunione, il loro numero è compreso fra i 26 e i 45, e la cifra, per
quanto bassa, è legalizzata con l’annotazione che sono comunque in au-
la i due terzi dei consiglieri viventi e presenti in quel momento a Tori-
no
14
. La contrazione nel numero dei consiglieri e l’abitudine di riunire
il consiglio anche a semplice maggioranza resero superflua la prassi, os-
servata ancora nei primi decenni del Trecento, di eleggere all’interno
della credenza un consiglio privato, o minor credenza, formato da una
ventina di consiglieri nominati
pro tempore
dai colleghi: dopo la metà
del secolo, il solo residuo di questa istituzione sono le riunioni delle com-
missioni di savi elette dal consiglio nelle più svariate occasioni, ed è so-
lo in rapporto a queste riunioni ristrette che il consiglio continua a de-
finirsi «maior credencia».
Se il controllo politico esercitato dagli ufficiali sul consiglio comu-
nale era tale da garantire l’obbedienza della città al principe, sul piano
amministrativo le prerogative dell’assemblea erano pur sempre assai am-
pie, sicché in pratica tutta la vita cittadina era sottoposta al suo meti-
coloso controllo. Spettava alla credenza deliberare la concessione di do-
nativi e
corvées
richiesti dal principe e imporre, se necessario, prestiti
Torino sabauda
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12
Il primo elenco a noi noto, compilato nel 1256 in occasione di un trattato con Asti, com-
prende ben 102 nomi; è vero che non si tratta precisamente della lista dei credendari, ma piutto-
sto dei «nomina credendariorum et aliorum de Taurino qui ad predicta interfuerunt» (
q. sella
[a
cura di],
Codex Astensis qui de Malabayla communiter nuncupatur
, III, Roma 1880-87, n. 941). Un
elenco dell’anno successivo comprende 87 nomi (
f. cognasso
,
Documenti inediti e sparsi sulla sto-
ria di Torino, 998-1300
, Pinerolo 1914 [BSSS, 65], n. 259), ma è da considerarsi incompleto, co-
me mostra il confronto con l’altro elenco dello stesso anno pubblicato da
f. gabotto
e
f. guasco
di bisio
,
Il Libro Rosso del comune di Chieri
, Pinerolo 1918 (BSSS, 75), n. 110. Il primo volume
degli
Ordinati
conservato, del 1325, elenca 82 consiglieri, saliti a 98 nel 1346.
13
ASCT,
Ordinati
, 16, ff. 156-57.
14
Cfr. ad esempio
Ordinati
, 27, f. 60
v
; 28, ff. 25
v
, 27
v
; 33, ff. 33-34; 34, ff. 82-83, 109
v
; 38,
ff. 31, 85
r
; 40, f. 42
v
; 55, f. 37
v
. In tempo di peste il consiglio poteva anche riunirsi a organico
ancor più ridotto, senza che le sue decisioni perdessero perciò validità: nel settembre 1399 si eb-
bero più riunioni alla presenza di 7 soli consiglieri (ASCT,
Ordinati
, 40, ff. 68
v
, 78
r
, 81
r
).