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200 uomini d’arme si sarebbero messi in cammino, e marciando per tut-

ta la notte avrebbero raggiunto Torino all’alba di sabato. Alla Madon-

na di Campagna il bastardo avrebbe fatto trovar loro degli uomini per

guidarli fino in città.

Enrietto Zucca tornò a Torino passando per Bricherasio, dove riferì

ogni cosa a Pietro Silo, il quale promise di trovarsi anch’egli all’appun-

tamento. Il prevosto radunò in casa sua i congiurati, chierici e laici, e fu

deciso che il giorno stabilito tutti si ritrovassero lì armati; Giacometto

Marentino e Tommaso Zucca sarebbero saliti di vedetta sul campanile

della cattedrale, e il bastardo avrebbe atteso alla Madonna di Campa-

gna. All’arrivo degli uomini d’arme avrebbe acceso un falò, e le vedet-

te sul campanile avrebbero avvertito il prevosto che il momento era giun-

to; allora lo Zucca in persona doveva attaccare di sorpresa Porta Palaz-

zo. Se non fosse riuscito a impadronirsi delle chiavi, l’avrebbe sfondata,

e intanto avrebbe messo uomini armati sulle torri della porta e nelle ca-

se vicine, e sbarrato la strada con due carri rovesciati; così avrebbe po-

tuto tener duro fino a quando il bastardo, passando per il fossato, non

avesse condotto alla porta gli invasori.

Il venerdì sera il bastardo andò alla Madonna di Campagna, e lì at-

tese a lungo, mentre il prete Michele, d’ordine del prevosto, andava di

casa in casa ad avvertire i congiurati, fra cui diversi preti e perfino un

frate umiliato, di ritrovarsi armati a casa dello Zucca. A mezzanotte

giunse alla Madonna di Campagna anche Pietro Silo, con altri, ma con-

statando che gli uomini del marchese non erano ancora giunti preferì

rientrare in città. Il bastardo, poiché non arrivava nessuno, pensò bene

di tornare anch’egli in città e giunto a casa del prevosto trovò Pietro Si-

lo furibondo, che dichiarava di voler mandare a monte tutto; giacché

non era possibile che quella radunata di uomini armati a casa dello Zuc-

ca fosse passata inosservata. Il prevosto lo calmò e si decise che il ba-

stardo sarebbe corso ancora una volta alla ricerca del marchese di Sa-

luzzo, per avvertirlo di mandare i suoi uomini la notte successiva; se la

truppa fosse giunta a Torino domenica mattina si sarebbe ancora potu-

to tentare il colpo. Il bastardo cavalcò fino a Barge, dove non trovò Fe-

derico; lo raggiunse infine alla Villanova di Moretta, che aveva appena

conquistato e saccheggiato, e apprese che il ritardo era dovuto a disor-

dini insorti a Cuneo, che avevano impedito la partenza degli uomini d’ar-

me per Torino. Per quella notte, proseguì il marchese, non si poteva far

nulla, giacché gli uomini erano stanchi per la marcia e per lo sforzo com-

piuto nella presa di Villanova; sarebbero partiti domenica sera, in mo-

do da essere alla Madonna di Campagna nelle prime ore di lunedì, 12

settembre.

Torino sabauda

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