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stiche nei confronti delle quali si è da tempo impegnata per una ridu-

zione

54

.

Esiste pure un secondo frammento di un ulteriore

liber statutorum

torinese, ritrovato da Dina Bizzarri, frammento non ampio ma signifi-

cativo, del 1280

55

. Dopo la dominazione angioina e monferrina, Tom-

maso III di Savoia, riottenuta la città, provvede a far redigere una nuo-

va raccolta, con cui iniziare la nuova dominazione. Il

ius statuendi

co-

munale è fortemente controllato: esso non è cancellato, ma il signore

può modificare ed integrare a propria discrezione gli statuti locali, col

solo limite del rispetto degli accordi stipulati con i Torinesi

56

. Il vicario

sabaudo giura – come di consueto – di governare nel rispetto degli sta-

tuti, ma con la riserva espressa del rispetto delle istruzioni signorili

57

: la

libertas

torinese, sancita sin dai primi decenni del secolo

xii

, è formal-

mente salva, ma nella sostanza è profondamente intaccata, proprio ri-

guardo all’autonomia della legislazione statutaria

58

. L’

arbitrium

del si-

gnore si è sovrapposto ad essa

59

.

Vari indizi lasciano presumere, nonostante un certo silenzio della do-

cumentazione conservatasi, che i Savoia-Acaia abbiano fatto un uso nel

complesso discreto di questo ampio potere arbitrario negli ottant’anni

che separano la raccolta del 1280 da quella successiva del 1360: la con-

solidazione del 1280 non dovette differire troppo da quanto la prece-

dette e quanto la seguì, gli interventi signorili vennero assumendo un

carattere di eccezionalità di fronte all’attività normativa comunale or-

dinaria, che proseguì con singoli

statuta

emanati dagli organi comunali

per le necessità contingenti

60

.

Nel 1360, passata direttamente Torino ad Amedeo VI, il «conte ver-

de» volle nuovamente voltar pagina: furono stabilite nuove franchigie

per i Torinesi, fu compilato un nuovo

liber statutorum

. È quello che dal

1360 resta poi in vigore per quasi cinque secoli, sino ai codici del seco-

lo

xix

, e che è giunto sino a noi: dopo i progetti editoriali non concre-

Torino sabauda

245

54

Il frammento degli statuti torinesi è edito da D. Bizzarri, in BSSS, 138/1, pp.

lxxv-lxxviii

,

quello degli statuti eporediesi da

f. sclopis

,

Storia della legislazione italiana

, II, Torino 1840, Ap-

pendice, pp. 272-84 (sul problema, BSSS, 185, p.

xlix

). Naturalmente, tali statuti sono stati con-

servati in archivi ecclesiastici, direttamente interessati ad essi ben più degli archivi comunali…

55

BSSS, 138/1, pp.

xiii-xv

,

xxii-xxiv

,

lxxix-lxxx

.

56

Ibid.

, pp.

xiv

,

xxii-xxiii

,

lxxix-lxxx

. Il principio, d’altronde, doveva già essere stato in-

trodotto con l’avvento degli Angioini (

cognasso

,

Storia di Torino

cit., p. 138).

57

BSSS, 138/1, pp.

lxxix-lxxx

.

58

Ibid.

, pp.

xiv-xv

.

59

Sull’

arbitrium

in sintesi da ultimo

m. caravale

,

Ordinamenti giuridici dell’Europa medieva-

le

, Bologna 1994, pp. 491-95.

60

BSSS, 138/1, pp.

xxiii-xxxvi

,

xl-xliii

.