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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

providendo de capiendo ad manus comunis denarium molandini, cum

vendicio facta per comune Taurini sit dyu finita»; e fu necessario no-

minare una commissione per stabilire esattamente chi deteneva, in quel

momento, i diritti da recuperare, poiché gli eredi degli originali appal-

tatori avevano nel frattempo venduto ad altri la propria quota. Infine,

dopo molte e complicate discussioni, e in assenza a quanto sembra di ap-

paltatori interessati a rischiare il loro denaro, le autorità non trovarono

di meglio che abolire definitivamente l’esazione

20

.

L’ appa l to ne l l a f i nanza comuna l e .

La spirale dell’indebitamento, che costringeva il comune ad aliena-

re in anticipo le sue entrate per ripianare i debiti arretrati, è la sola ra-

gione per cui l’appalto delle gabelle assunse un ruolo così importante

nelle finanze comunali: in linea di principio, infatti, la gestione in eco-

nomia era considerata da tutti preferibile. Nei rari momenti in cui il bi-

lancio non appariva troppo dissestato, una delle prime preoccupazioni

dei consiglieri era quella di discutere il ritorno alla riscossione diretta;

questi buoni propositi si infrangevano tuttavia regolarmente davanti al-

la formidabile tentazione offerta dall’appalto. Soggetta com’era a un’au-

torità estranea, quella del principe d’Acaia, e avvezza perciò a sentirsi

presentare improvvise e perentorie richieste di denaro ogni volta che le

necessità, soprattutto militari, lo richiedevano, la città non era in gra-

do di prevedere in anticipo le uscite cui avrebbe dovuto far fronte, e

quindi di attuare una politica finanziaria in qualche modo ordinata. Le

spese impreviste e straordinarie sopravanzavano di gran lunga quelle or-

dinarie; e spesso, anziché fronteggiarle attraverso una misura impopo-

lare come la riscossione della taglia, le autorità cittadine preferivano ri-

correre di volta in volta, al momento del bisogno, all’appalto di questa

o quella gabella, se non addirittura all’imposizione di un dazio nuovo.

Anche queste entrate, in teoria ordinarie, assumevano così di fatto un

carattere straordinario.

Analizzando più da vicino le modalità di riscossione delle gabelle to-

rinesi a partire dal 1366, appare chiaro che il ricorso all’appalto per far

fronte a esigenze straordinarie determinò quasi subito conseguenze de-

leterie per le finanze pubbliche, incoraggiando le autorità a impegnare

in anticipo le entrate pur di disporre di denaro contante, e conducendo

20

ASCT,

Ordinati

, 52, ff. 48

r

, 63

r

, 109. Cfr. anche

r. comba

,

Il principe, la città, i mulini

, in

bracco

(a cura di),

Acque, ruote e mulini

cit., specialmente pp. 82-94, che pubblica in appendice

le più importanti fra le delibere citate.