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finanza ordinaria, erano gestite quasi esclusivamente per mezzo d’ap-

palti straordinari. Non si può non concluderne che l’impossibilità di in-

trodurre criteri più razionali nella gestione della finanza comunale con-

corse indubbiamente ad aggravare la cattiva situazione in cui versava la

città alla fine del Trecento.

(

a. b.

)

2.

Calmieri e politica annonaria.

Fra le attribuzioni del consiglio comunale torinese c’era quella di fis-

sare i prezzi dei generi di prima necessità. Gli interventi più frequenti

erano volti a regolamentare il prezzo della carne e degli altri generi ali-

mentari di più largo consumo, formaggio, lardo, olio e sale, nonché del-

le candele, vendute abitualmente dai medesimi rivenditori; tanto che

questi generi si può dire non fossero praticamente mai venduti a prez-

zo libero. La determinazione dei prezzi spettava ad appositi magistrati

del comune, gli

stanciatores

, o a commissioni di savi nominate per l’oc-

casione; la decisione, tuttavia, non era unilaterale, ma era il frutto di un

negoziato con i bottegai interessati. In mancanza di accordo, questi ul-

timi erano pronti a organizzarsi per protestare contro le decisioni delle

autorità, ed eventualmente ad avviare una vera e propria vertenza; i bec-

cai, in particolare, dimostravano in queste occasioni una compatta soli-

darietà corporativa. Il primo luglio 1393, il consiglio comunale impose

un calmiere ai prezzi della carne; tre giorni dopo il medesimo consiglio,

visibilmente sconcertato, dovette nominare una commissione per trat-

tare con i macellai, dal momento che in segno di protesta tutti i beccai

della città, salvo appena tre, si erano espressamente impegnati per iscrit-

to a non esercitare più la loro arte per un anno; e già il 5 luglio il prov-

vedimento venne revocato

27

.

Il prezzo del pane, diversamente da quello degli altri generi alimen-

tari, veniva invece calmierato solo in caso di eccezionale difficoltà, quan-

do non si trattava più di tener rifornito il mercato, ma di evitare la fa-

me. In condizioni normali, e anche in presenza dei cattivi raccolti così

frequenti lungo l’arco del Trecento, le autorità cittadine si prefiggeva-

La classe dirigente e i problemi di una città in difficoltà

275

27

ASCT,

Ordinati

, 34, ff. 73-76. Sugli interventi delle autorità per calmierare i prezzi degli

altri generi alimentari, e le vertenze che ne derivavano, cfr. ad esempio ASCT,

Ordinati

, 4, f. 28;

46, f. 102

r

.