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ri scolastici basati su percorsi formativi specialistici, caratterizzati da

una impostazione eminentemente tecnico-professionale; tuttavia tale at-

tenzione non comportava di necessità un intervento diretto né un im-

pegno finanziario sistematico da parte dell’amministrazione comunale,

che si limitava a riconoscere una certa funzione sociale ad iniziative pri-

vate, cui poteva concedere aiuti occasionali e di modesta entità, come

fece ad esempio con il citato medico Giovannetto. Di questo sistema

scolastico parallelo, che integrava l’insegnamento pubblico risponden-

do ad interessi diversi, non si conoscono né le reali dimensioni né le ca-

ratteristiche organizzative. Si indovina comunque un mondo sommer-

so, che doveva essere assai più ampio di quanto la stessa documenta-

zione esaminata non lasci trasparire, se si considera che su quel mondo

il sipario si alzava solo quando i suoi rapporti con le istituzioni diveni-

vano più stretti. E forse proprio l’eterogeneità di interessi intellettuali

e di esperienze formative, qualunque sia stato poi il loro esito, non me-

no della presenza di insegnanti di un certo prestigio, già segnalava le am-

biziose aspirazioni della città e indubbiamente contribuì a consolidarne

la tradizione scolastica, molto forte soprattutto nella mentalità colletti-

va, concorrendo così a formare quella temperie culturale che – combi-

nata con fattori di altra natura – avrebbe poi consentito a Torino di di-

venire sede universitaria.

(

i. n.

)

2.

Torino nella circolazione delle esperienze culturali: il panorama

figurativo

25

.

Tentare un profilo che integri le varie tecniche e le varie arti nel pa-

norama figurativo trecentesco torinese pone alcune difficoltà sostanziali,

in primo luogo per l’esiguo numero di testimonianze artistiche conser-

vatesi, a fronte di un ben più nutrito gruppo di documenti d’archivio

attestanti opere ed artisti. Anche in considerazione della situazione po-

litica della città di Torino nel

xiv

secolo, è giustificabile un allargamen-

to dello sguardo verso gli altri centri del potere degli Acaia e dei Savoia

e verso le zone in cui le due famiglie esercitarono la loro influenza (Pi-

nerolo, Rivoli, Chieri, Moncalieri, valle di Susa, Savoia).

Per quanto riguarda l’architettura civile, la maggiore testimonianza

esistente del Trecento è costituita da una parte dell’attuale Palazzo Ma-

Istruzione e cultura

337

25

Il testo corrispondente alle note 25-54, pp. 337-45, si deve a Francesca Quasimodo; il testo

corrispondente alle note 55-88, pp. 345-53, si deve ad Arianna Semenzato.