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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
Anche per quanto riguarda la scultura in Piemonte, già sulla fine del
Duecento prevalgono modelli oltralpini: ne sono testimonianza la Ma-
donna d’Oropa (1295 circa), ritenuta di provenienza valdostana, e le
opere del Maestro di Villeneuve e della sua bottega
49
. La presenza di al-
cuni rari testi figurativi indica che tale linea stilistica si diffuse entro i
primi decenni del Trecento nell’area torinese, e per mano di scultori ve-
rosimilmente locali. Prossima alla Madonna d’Oropa è la Madonna li-
gnea di Santa Maria di Celle, presso Trofarello, riferibile forse ancora
all’ultimo decennio del Duecento, ma non più controllabile perché ru-
bata
50
. Si può pensare non fosse molto diversa una
Magestatem Beate Ma-
rie
acquistata nel 1312 per l’altar maggiore della collegiata di Santa Ma-
ria di Moncalieri
51
.
Al vertice di questo filone stilistico si pone la
Madonna col Bambino
dell’arcivescovado torinese, statuetta marmorea di qualità, opera di arti-
sta locale (1320-30 circa), e di cui non si conosce la provenienza origina-
ria: Giovanni Romano, che ne ha recentemente anticipato la datazione,
la vede «in qualche modo erede della Madonna di Oropa»
52
. Nel decen-
nio precedente è da collocare la straordinaria Madonna marmorea di San
Giulio presso San Damiano d’Asti, capolavoro raffinato con una più mar-
cata adesione all’elegante portamento delle Madonne francesi del gotico
maturo e al loro ancheggiamento sinuoso, che mancano nella statuetta
dell’arcivescovado torinese
53
. È rimasta nella sua collocazione originaria
la poco nota
Madonna delle Grazie
nella Chiesa di San Rocco a Torino,
statuetta in pietra policroma, venerata nella cappella a lei intitolata, fon-
49
e. rossetti brezzi
,
Le vie del gotico in Valle d’Aosta
, in
romano
(a cura di),
Gotico in Pie-
monte
cit., pp. 288-359. In Valle d’Aosta questa linea gotica di stretta derivazione oltralpina sa-
rebbe proseguita fino alla metà circa del Trecento, per poi affievolirsi anche sotto il peso della cri-
si sociale ed economica.
50
g. cassano
,
A proposito di San Pietro di Celle
, in «Bollettino della Società Piemontese di Ar-
cheologia e Belle Arti»,
xiv
(1930), nn. 1-2, in particolare p. 7;
l. rovere
,
Statua della Madonna in
Santa Maria di Celle
,
ibid.
, p. 14;
romano
,
Per un atlante del gotico
cit., p. 32.
51
baudi di vesme
,
Schede Vesme
cit., IV, pp. 1673, 1736-37;
romano
,
Per un atlante del goti-
co
cit., p. 32. Rispetto alla pittura, le testimonianze scultoree conservate sono molto più esigue;
anche nei documenti è rarissima la presenza di scultori.
52
g. romano
,
L’Adorazione dei Magi nel santuario di Nostra Signora di Babilone a Cavaglià
, in
«Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti» (Antichità ed arte nel Biellese,
1989), n. s.,
xliv
(1991-92), pp. 229-40, in particolare pp. 234-35;
id.
,
Per un atlante del gotico
cit.,
p. 32.
p. astrua
, scheda 27, in
e. castelnuovo
e
g. romano
(a cura di),
Giacomo Jaquerio e il go-
tico internazionale
, Torino 1979, pp. 229-30, proponeva per la Madonna di Torino una datazione
al 1340-50 circa.
53
n. gabrielli
,
Arte e cultura ad Asti attraverso i secoli
, Torino 1977, pp. 54, 73;
c. berto-
lotto
,
Provincia di Asti
, in
g. romano
(a cura di),
Musei del Piemonte. Opere d’arte restaurate
, To-
rino 1978, pp. 146-49, in particolare pp. 148-49;
astrua
, scheda 27 cit., p. 230;
romano
,
Per un
atlante del gotico
cit., p. 41.