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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

la stessa iconografia di cavaliere sul destriero lanciato al galoppo si ri-

scontri in tutti i grandi sigilli comitali del

xiv

e del

xv

secolo, con il ca-

vallo impennato diagonalmente e col capo ripiegato in modo deciso ver-

so il basso: si tratta dei sigilli di Amedeo V (1309), di Edoardo di Sa-

voia (1311, 1324), di Ludovico II di Savoia, signore del Vaud (1311,

1327), di quelli di elevata qualità di Aimone di Savoia (1327, 1341) e

di Amedeo VI (1356)

83

.

Per la seconda metà del secolo si fanno più scarse le testimonianze

scultoree strettamente torinesi. L’alta valle di Susa, che dal 1349 ap-

partenne ufficialmente, con il Delfinato francese, al regno di Francia,

conserva alcune opere che indicano il dilagare in valle di prodotti figu-

rativi oltralpini: in questo periodo, per il transito tra i due versanti del-

le Alpi, il primato del traffico di persone e merci venne acquisito dal va-

lico del Moncenisio a scapito del Gran San Bernardo

84

. Anche sul fron-

te delle oreficerie, la medesima situazione si riscontra nell’

unicum

di

eccezionale qualità del

Trittico

del Rocciamelone, opera fiamminga in

bronzo inciso dorato e argentato, datata 1358, e giunta in Piemonte for-

se dietro un sottile gioco politico: il committente, Bonifacio Rotario,

astigiano legato al Delfino di Francia Carlo V, è infatti documentato a

Bruges nell’aprile dello stesso anno

85

.

Invece gli oggetti di oreficeria presenti a Chieri nel duomo (braccio

reliquiario di santa Basilissa e croce reliquiario) e in San Giorgio (busto

reliquiario di san Giorgio) dimostrano un gusto orientato, sulla fine del

Trecento, verso il fronte lombardo-padano, in particolare per la vici-

nanza con dipinti e miniature milanesi

86

; anche un oggetto come la cro-

83

Si veda sopra, nota 58.

84

Prodotti di importazione francese sono il busto di Nicodemo, 1360-70 circa (Susa, Tesoro

di San Giusto), e una Madonna frammentaria del 1370 circa (Susa, collezione privata):

g. roma-

no

, schede SC. 7 e 8, in

id.

(a cura di),

Valle di Susa

cit., pp. 89-90;

id.

,

Tra la Francia e l’Italia

cit.,

p. 173. Sono invece di mano locale, e da riferire alla metà circa del secolo, i capitelli nell’atrio di

Sant’Antonio di Ranverso e la testina caricaturale in un andito sul fianco meridionale dell’abba-

zia della Novalesa:

guerrini

,

La chiesa abbaziale di Novalesa

cit., p. 167.

85

g. romano

, scheda OR. 5, in

id.

(a cura di),

Valle di Susa

cit., pp. 145-47;

id

., scheda 47

cit., pp. 265-68;

id

.,

Opere d’arte e committenti alla Sacra

cit., p. 134;

id.

,

Tra la Francia e l’Italia

cit., pp. 173-74. Stilisticamente molto vicino alla Madonna del Rocciamelone è il prezioso disegno

con la

Madonna col Bambino

che orna una pergamena di Amedeo VI datata 29 gennaio 1382, per

la cui bibliografia si veda sopra, nota 54. Anche la ben documentata vicenda dei 105 arazzi com-

missionati dal medesimo Conte Verde a Nicolas Bataille a partire dal 1377 è indice di come lo

sguardo dei personaggi politici più importanti fosse rivolto ai migliori artisti francesi (a Nicolas Ba-

taille fu contemporaneamente commissionata la celeberrima serie dell’Apocalisse di Angers):

m.

viale ferrero

,

Gli acquisti di arazzi del Conte Verde e Nicolas Bataille

, in

Studi di Storia dell’Arte

in onore di Vittorio Viale

, Torino 1967, pp. 63-70;

di macco

, scheda 1 cit., p. 162;

romano

,

Tra

la Francia e l’Italia

cit., p. 174.

86

id.

,schede 49-51, in

castelnuovo

e

romano

(a cura di),

Giacomo Jaquerio e il gotico inter-

nazionale

cit., pp. 271-75.