

ce processionale firmata da Johannes Bos, artista forse lombardo, indi-
cherebbe, come gli affreschi della Maddalena in Sant’Antonio di Ran-
verso e quelli in Santa Maria Maggiore a Susa, che verso la fine del se-
colo la valle di Susa rivolgeva lo sguardo verso la Lombardia
87
.
L’unica opera scultorea sopravvissuta nel Torinese per la seconda
metà del Trecento è la pietra tombale di Giacotto Provana, datata 1382
(ora alla Galleria Sabauda ma proveniente dalla chiesa di Santa Chiara
di Carignano), per cui, in mancanza di raffronti convincenti con la con-
temporanea scultura piemontese, è stata notata, seppur con qualche ri-
serva, una certa prossimità con esempi lombardi
88
.
(
f. q.
e
a. s.
)
3
. L’uso linguistico della città.
L’uso linguistico della città di Torino nel periodo che corrisponde
per la maggior parte alla dominazione dei Savoia del ramo di Acaia si
deve ricavare per induzione in modo analogo a quello dei secoli prece-
denti. Infatti è soltanto sul finire di tale periodo, precisamente dell’an-
no 1410, che abbiamo in mano un testo, di una pur modesta estensio-
ne, scritto interamente in volgare, che con fondamento è da ritenere
quello locale.
In precedenza possiamo continuare ad estrarre elementi significati-
vi di lingua volgare dai documenti che si persiste a redigere in latino.
Con il procedere del tempo essi ci sono stati conservati in sempre
maggior abbondanza. Al complesso delle carte di contratti, donazioni,
concessioni, pattuizioni, si aggiungono ora le serie degli
Ordinati
comu-
nali, cioè dei verbali delle sedute del consiglio a partire dall’anno 1325,
dei
Consegnamenti
, ossia delle denunce di proprietà soggette ad impo-
sta, che costituiscono una prima forma di catasto cittadino; il
Liber pac-
tionum
che raccoglie giuramenti di fedeltà prestati a favore dei sovrani
da forestieri nell’atto di acquisire lo
status
di
habitatores
di Torino, con
l’acquisto di una casa nella città o una possessione nel suo territorio; il
Libro verde
che porta copie di sovrane disposizioni relative all’interesse
della città, privilegi, franchigie, immunità, gabelle, dazi e pedaggi; i
Istruzione e cultura
353
87
id.
, scheda OR. 6, in
id.
(a cura di),
Valle di Susa
cit., pp. 147-48.
88
mallè
,
Le arti figurative in Piemonte
cit., p. 80;
c. bertolotto
, scheda 28, in
castelnuo-
vo
e
romano
(a cura di),
Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale
cit., pp. 231-32. Sono databi-
li al
xiv
secolo anche la scultura tombale erroneamente riferita all’abate Giovanni di Savoia nella
chiesa di Santa Maria, abbadia di Pinerolo, e i capitelli dell’antica chiesa di San Francesco nella
stessa città:
romano
,
Mostra del Gotico nel Piemonte centro-occidentale
cit., tab. 5, nn. 1, 4-6.