Table of Contents Table of Contents
Previous Page  368 / 852 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 368 / 852 Next Page
Page Background

I compiti dei lavoranti sono sinteticamente menzionati nelle moti-

vazioni dei pagamenti:

manualibus qui gavaverunt lapides de muris Porte

Secuxine

7

r

2 ecc., oppure

in fossato Porte Secuxine

8

v

5 ecc.;

qui gavave-

runt sablonum et butaverunt ad gratas

133

r

3;

qui amasaverunt maonos

[…]

iuxta castrum ubi descareabant carri

17

r

6;

qui descaucinaverunt maonos qui

fuerunt ablati de

[…]

muro

90

r

5;

qui taglaverunt

[…]

maonos balconorum

135

r

6;

qui tiraverunt lapides et maonos supra muros novos castri

139

r

1;

qui

laboraverunt per tres dies ad resseandum somerios

63

v

6;

qui

[…]

scarave-

runt trabes in nemoribus Setimi et Vulpiani

64

r

6. Altra formula è:

ad ga-

vandum terram

16

r

9;

ad crivellandum calcinam

43

r

3;

ad tirandum ligna-

men super turrim

43

r

7;

pro tirando opera super muros

110

v

3;

pro auzando

martellos

135

r

9 che corrisponde a

pro acutura martellorum

135

v

2 ecc.

Negli enunciati è facile riconoscere flessi i verbi

gavè

,

butè

,

descariè

,

de-

scaossinè

,

tajè

,

tirè

,

ressiè

,

squarè

,

crivlè

,

aussè

o

avussè

.

Con i verbi su cui abbiamo fissato la nostra attenzione si sono già

evidenziati alcuni sostantivi:

sablonum

che è il

sabion

;

calcina

; il ricor-

rente

maonus

, oggi

mon

, che rende più sicuramente e immediatamente

comprensibile la denominazione classica nell’espressione

lateres seu mao-

nos

12

r

2.

Al manovale indigeno piuttosto che al retore straniero era accessibi-

le la locuzione

pro uno barono lapidum

91

r

3.

Del tutto ovvio è che gli strumenti usuali del lavoro fossero indicati

con i termini della parlata comune:

pro uno pico ferri

17

r

7;

pro uno palo

ferri

7

v

1;

pro duobus vaylis ferri

20

v

8;

pro cazolis duabus

109

v

5;

in uno

cebero

130

v

3 che oggi scriviamo secondo la pronuncia

seber

;

in uno ti-

nello

140

v

8

ubi tenetur aqua

145

r

5;

pro tribus civeriis

140

r

9

ad portandum

terram

30

r

4 e

lapides

8

r

2, come si conviene a una

sivera

;

pro duobus cri-

vellis

42

r

3 di cui si è già riferito l’impiego relativo alla calcina;

in una

clea sive grata ad butandum sablonum

25

v

8, in cui è ancora conservata la

grafia originale del gruppo iniziale

cl-

, ma probabilmente già si pronun-

ciava

cea

;

ad faciendum turnum

140

r

12 che nel caso non è un tornio ma

un «verricello»

cum quo trahitur opus super murum castri

130

r

6;

pro quat-

tuor manavellis

20

r

4 per il congegno predetto;

ferro ad opus tegloliarum

130

v

7 in cui si riconoscono le

taiole

o

tiole

ossia «carrucole»;

pro tortis

castanee

2

r

5 che non sono da mangiare poiché servono

pro faciendo pon-

tes

, «ritorte» come le moderne

tòrta

e

tortagna

a legare i pali delle im-

palcature;

polices ostiorum

51

v

5 «cardini o gangheri delle porte»;

una

grossa et longa cavicula ferri que appellatur traffita

18

r

6 ove ritroviamo

cavìa

«caviglia o cavicchia» e

trafita

che nella terminologia piemontese

dei carradori indica una chiavarda essenziale per l’articolazione dei vei-

coli più complessi.

Istruzione e cultura

355