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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
Proprio in riferimento ai veicoli impiegati nel trasporto dei mate-
riali da costruzione si infittiscono i termini specifici dell’uso locale, in
una sorta di particolare vocabolario tecnico:
leyteria carrete
per la «in-
telaiatura», oggi diremmo
letèra
;
caxa
ossia
cassia
per il resto della strut-
tura, con voce moderna «cassone»;
axalis
ossia
assal
per la sala o asse
delle ruote;
buxa
è la
bussia
cioè la bronzina;
fusi
i raggi,
fus dla roa
, che
si innestano nei
gavegli
ovvero
gavej
, cioè i quarti di ruota, i quali sono
ricoperti dalla
lama
«cerchione», modernamente
lamon
;
tombatorium
,
un congegno che consente lo scarico per ribaltamento come nel
tomba-
rel
ben noto a chi ha memoria dei mezzi anteriori agli autocarri.
I nomi dei finimenti degli equini impiegati nel traino costituiscono
un’analoga serie:
borrellus
il collare o collana del cavallo da tiro, in pie-
montese
borel
, poiché si deve riempire di borra, operazione che viene
indicata con un verbo proprio,
imborrando
41
v
4; due ne sono fatti con
uno corio magno de cavallo
24
v
1, la cui ruvidezza è attutita con
bazane
24
v
4 ovvero
basane
, che sono pelli più morbide; nell’enunciato
pro cro-
periis et cenghiis coarii
13
r
9 troviamo associata alla
gropera
quella parti-
colare
cengia
o
singia
in cui è introdotta la coda dell’animale ad evitare
che la sella o il basto scorra in avanti, mentre la
faxa
o
fassa
copre i fian-
chi della bestia e la
ventreria
o
ventrera
ne protegge il ventre dagli in-
setti molesti, soprattutto durante i caldi estivi. Per la somministrazio-
ne del foraggio son costruiti una
manioria
ossia
mangioira
«mangiatoia»
e un
rastellus
58
r
4 in piemontese
rastel
«rastrelliera».
Tra le specie di piante da cui viene tratto il legname da impiegare
nell’opera – detto anche
boscus
in corrispondenza del piemontese
bo-
sch
– vengono specificamente menzionati la
albra
, che è nome locale del
pioppo, il
sappus
o
sap
ossia l’abete, il
melecius
ovvero
maleso/meleso
che è il larice. Il tronco, in piemontese
bion
, viene indicato come
bi-
glonus
;
rema
è il travetto;
lata
il correntino.
L’esemplificazione, che non esaurisce l’argomento, mostra ad evi-
denza la possibilità di conoscere, attraverso il latino delle annotazioni
contabili, il tipo linguistico in uso nell’importante cantiere di lavoro, cui
concorre manodopera locale insieme a gente giunta da fuori, come il di-
rettore delle operazioni e suoi aiutanti, che provengono da Casale, ma-
stri d’ascia da Chivasso, un muratore da Asti e un manovale da Ivrea,
altri da località più vicine alla città, come Moncalieri.
Un’analoga ricerca può esser condotta, nell’ambito più vasto dell’in-
tera vita cittadina, attraverso il documento che la regola nel suo com-
plesso, ossia gli statuti comunali.
A noi è giunta la redazione che porta la data del 1360; in essa sono
state accolte norme già statuite in precedenza, ma questo non infirma