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Altri, di palese origine soprannominale, sono tratti dal mondo degli

animali, secondo la dizione volgare.

Peretus Fea

ci richiama la pecora;

Morellus Cravotus

il diminutivo

cravot

«capretto» e

Johanninus Cravinus

l’aggettivo

cravin

«caprino»;

Bertolomeus de Silis dictus Aricius

riprende

l’

ariss

«riccio, porcospino», ma potrebbe anche essere «riccio di casta-

gna» oppure «ricciolo di capelli» ovvero come aggettivo «ricciuto, cre-

spo»;

Henricus Cornagla

la

cornaja

«cornacchia»; una donna è

Aydina la

Polastra

; nel

R

[

egistrum

]

Anthonij Tavani

è il nome di insetto,

tavan

«ra-

fano», che attribuito a persona può valere anche «sciocco».

A denominazioni volgari di vegetali si riconducono

Perronus Feno-

glus

:

fenoj

,

fnoj

«finocchio»;

Petrus Melia

«melica o meliga» che non

designa a quel tempo il mais o granoturco, allora non conosciuto, ben-

sì la saggina;

Thomas Ravetus

il ravanello;

Mainfredus Brutinus

il

brutin

o

brotin

, che, piuttosto che diminutivo di «brutto», è sinonimo di

ujet

nel significato agricolo di «grumolo» ovvero anche «germoglio, rimes-

siticcio».

Strumenti ed oggetti sono evocati da

Jacobinus Barletus

:

barlet

«ba-

riletto»;

Dominicus Payroletus

:

pajrolet

«piccolo paiuolo»;

Johanninus

dictus Tinevellus

:

tinivela

«trivella» e il diminutivo

tinivlot

«succhiello»;

Borellus Carellus

o

Quarellus

:

quarel

modernamente «ago quadro» da ma-

terassaio o da sellaio, ma probabilmente allora «quadrello, freccia di ba-

lestra»;

Bertinus Nata

: «sughero» e «tappo»;

Bonus Johannes Paglacia

:

pajassa

«saccone, pagliericcio»;

Nicholetus Pelizonus

:

plisson

«pelliccio-

ne»;

Anthonius dictus Groletus

: diminutivo di

grolo

«zoccolo di legno».

Naturalmente è fitta la serie dei nomi ricavati dal mestiere o dall’at-

tività svolta. Quelli interessanti per caratteri di parlata locale sono:

Johanninus Molinerius

:

mulinè

«mugnaio»;

Beneytinus Fornerius

:

fornè

«fornaio»;

Anthonius Vallerius

: da

val

«vaglio» è il vagliatore;

Lanter-

minus Olierius

:

oliè

«rivenditore d’olio» o «colui che lavora al torchio

per l’olio»;

Philippus Vaccherius

:

vachè

«mandriano»;

Johannes Berge-

rius

:

bergè

«pastore di pecore»;

Guillelmus Ferrerius

:

frè

«fabbro fer-

raio»;

Jacobus Mahonerius

e

Petrus Monerius

entrambi «fabbricanti di

mon

= mattoni»;

Guglielmonus Fornasserius

:

fornasè

«fornaciaio» sia per

la cottura dei mattoni e delle tegole, o delle stoviglie, dei vetri e anche

della calce;

Aymo Corderius

:

cordè

«cordaio»;

Petrus Corbellerius

: «fab-

bricante o venditore di

corbele

», le ceste rotonde intessute di strisce di

legno, con fondo piano;

Pelerinus Paglerius

: «lavorante la paglia»;

Johan-

nes Lanerius

:

lanè

«mercante di lana»;

Jacometus Canaverius

«commer-

ciante o lavorante la canapa»;

Franciscus Tinturerius

: «tintore»;

Johan-

ninus Giponerius

: «fabbricante di

gipon

= giubboni»;

Johannes Jache-

rius

: «fabbricante di

giache

= casacche» o forse di «giachi»;

Johannes

Istruzione e cultura

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