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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)
primo termine e perciò si manifesta il più noto. Tuttora nel piemonte-
se si usa
buele
«budella»: la
buelleria
menzionata è colei che professio-
nalmente se ne occupa per commercializzarle. Anche il macellaio deve
prendere precauzioni:
becarius
[…] [
non
]
audeat vel presumat expantiare
seu exvacuare aliquam pantiam sive buellas alicuius bestie in macello Tau-
rini
c. 87.
Il conciatore di pelli e di cuoi, in piemontese
afaitor
, insieme al tin-
tore e al pellicciaio è pure ammonito:
penam sustineat quilibet affaytator,
tinctor vel peliparius qui poneret vel prohiceret ruscas afaitamentorum et
tincturas in viis publicis
c. 95.
Rusca
è il termine piemontese per la pol-
vere di concia, ricavata dalla macinazione della corteccia di rovere o di
cerro.
Uscendo alla campagna, altre norme tutelano i frutti del lavoro.
Nul-
lus rapolator intret causa rapolendi in vineam alicuius custodie donec om-
nes vinee ipsius contrate fuerint vindemiate
c. 140:
rapolè
è in piemontese
«racimolare», raccogliere i raspolli ossia i grappolini d’uva con pochi
chicchi, lasciati dai vendemmiatori.
Messonor
è in piemontese lo spigolatore;
messonera
la spigolatrice: il
concetto di raccogliere le spighe lasciate sul campo dai mietitori si esten-
de ad altri frutti. Tali sono considerate le ghiande, sicché
messoneri vel
messonerie glandium non vadant vel glandes alienas colligant usque ad tres
epdomadas post festum Sancti Michaelis
c. 183.
Le piantagioni devono essere rispettate: dovrà pagare
si aliquis inci-
derit in toto vel in parte vel aranchaverit vel excrolaverit sursum trahendo
aliquam arborem plantatam vel plantam aliquam vel plantonum, sive sit
fructifera sive non
c. 163. In piemontese
ranchè
è «strappare, svellere»;
socrolè
«scuotere, squassare».
Alcune piante in particolare sono tutelate, poiché vengono utilizza-
te in vari generi di lavori:
quilibet qui inciderit vel messuerit faxem alieni
gorreti vel venchi seu alienum vengum excalvaverit, solvat
c. 165. In pie-
montese
scalvè
è «scapitozzare un albero» rendendolo «calvo»; il
vengh
o
sales venghè
è il «vinco comune»;
goret
è il vimine della
gora
ossia del
vetrice che nasce spontaneo nei greti dei corsi d’acqua.
Per concludere questa individuazione esemplificativa di dati lessica-
li di tipo volgare possiamo ancora menzionare il
barletum
c. 110 usato
per portare il mosto, la
cavagna
c. 99 in cui i pescatori ripongono i pe-
sci, gli
asiamenta
c. 177 che, come il piemontese
asi
, è termine che desi-
gna il complesso degli strumenti o attrezzi per ogni genere di attività la-
vorativa.
Per il carattere di documento ufficiale negli statuti sono meno evi-
denti ma non assenti i tratti di fonetica ossia pronuncia volgare. Nelle