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360

Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

co dettagliato dei beni immobili nella città stessa e nel suo territorio, a

cui si aggiungono beni mobili quali il bestiame e le scorte di materiale

da lavoro nella botteghe, oltre l’indicazione di crediti e di tutti i diritti

che siano fonti di reddito, con la relativa valutazione monetaria che co-

stituisce l’imponibile, in ordine al pagamento della «taglia» o tassazio-

ne. Sono dunque esclusi i nullatenenti o considerati tali e gli esenti, ma

è da ritenere che costituiscano una minoranza.

Quella del 1363 è la serie di registri più antica che ci sia giunta com-

pleta, poiché del consegnamento anteriore del 1349-50 è andato perdu-

to il registro del quartiere di Porta Nuova.

Nella denominazione dei 705 nuclei famigliari, formalmente in latino,

andiamo alla ricerca di ciò che in essi manifesta l’uso linguistico volgare,

dal quale in particolare sgorga l’appellazione di tipo soprannominale.

Questo carattere è esplicito nell’indicazione

R

[

egistrum

]

Jacobini Can-

dioni dicti Grissella

, tipo di soprannome a diverse valenze, poiché

grise-

la

è «uva spina», ma potrebbe anche trattarsi del diminutivo di

grissa

,

variante di

gherssa

, a sua volta di duplice significato, come «forma di pa-

ne allungata» oppure «fila o sequenza di cose», per esempio di piante

di viti, quindi «filare».

Più semplice è l’interpretazione di

Petrus Monerius de Castelleto dic-

tus Panzeta

, perché il

pansseta

piemontese è di immediata comprensio-

ne. Accanto gli possiamo mettere

Obertus Gambeta

, ma con l’osserva-

zione che

ganbeta

oltre che «piccola gamba» significa anche «sgambet-

to», quindi può insinuare un sospetto di inganno e doppiezza. Quasi un

sinonimo troviamo nell’indicazione

R

[

egistrum

]

Francisci Pioteti

, poiché

vi appare il diminutivo di

piota

«pianta del piede, piede, zampa».

Troviamo i fratelli

Francesquinus et Alaxina filii Johanneti Choe

:

coa

è «coda»; si dà il

R

[

egistrum

]

Stephani Oregle

, grafia per

orìa

«orecchia»;

si incontrano

filii et heredes Thomayni Ogleti

:

ojet

e

ujet

di per sé è «oc-

chietto», diminutivo di occhio, ma viene usato nel linguaggio agricolo

per il nucleo interno di foglioline tenere dei cespi di vegetali come lat-

tughe, cavoli (in toscano «grumolo, garzuolo») e pure «occhiello», per

lo più al plurale, negli indumenti.

Jorginus Bezola

sarà stato denominato dalla

bessola

«bazza» o mento

prominente;

Ugonetus Verrua

da una «verruca», ma

vrua

è anche «bru-

co, baco»;

Georgius Pellacia

, pronunciato

plassa

, appunto «pellaccia».

Il

R

[

egistrum

]

Villelmi Nechi

ci presenta un

nech

«triste, melanconi-

co» o forse «corrucciato, sdegnato», mentre il

R

[

egistrum

]

Anthonij Gu-

liardi

un

goliard

«ghiottone, goloso»;

Martinus Zopus

un

sòp

, dal difetto

fisico;

Jacobinus de Rubore dictus Veya

, forse dall’aspetto, non già di vec-

chio ma di «vecchia»,

veja

, significativamente al femminile.