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Parte seconda La preminenza sulle comunità del Piemonte (1418-1536)
La minaccia per l’egemonia torinese era tanto più grave in quanto
Ludovico continuava a non mostrare alcuna predilezione per il soggior-
no torinese: la sua presenza in città è documentata con una certa conti-
nuità soltanto nel periodo più caldo delle operazioni sui confini del Mi-
lanese, quando il duca non si allontanò da Torino se non per avvicinar-
si ulteriormente al teatro della guerra, verso i primi di marzo 1449;
sebbene fosse già rientrato in città quando l’esercito savoiardo che ave-
va passato la Sesia al comando del Compey venne ripetutamente sbara-
gliato dal Colleoni. In momenti più tranquilli le preferenze del duca an-
davano palesemente ad altre sedi: Pinerolo in primo luogo, anche se il
ricordo della sua passata centralità cominciava ormai a sbiadirsi, e in se-
guito soprattutto Moncalieri, abbastanza vicina a Torino da offrire gli
stessi vantaggi geografici senza quelle controindicazioni, legate alla sa-
lubrità dell’aria o all’insufficiente affidabilità della popolazione, che evi-
dentemente vi scorgevano il principe e i suoi cortigiani
17
.
Nel rilevare che Torino era ormai divenuta il centro amministrati-
vo delle province piemontesi, non si deve dunque dimenticare la fragi-
lità di una supremazia fondata quasi esclusivamente sulla presenza di
organi di governo le cui competenze potevano essere in qualunque mo-
mento limitate o soppresse in relazione agli spostamenti del principe;
il quale, da parte sua, mostrava una persistente riluttanza a fissare la
sua residenza a Torino in occasione dei suoi soggiorni italiani. Para-
dossalmente, per chi pensi all’importanza che la presenza fisica del prin-
cipe avrebbe avuto, in anni più tardi, nel determinare gli esiti della con-
correnza fra Savoiardi e Piemontesi, il consolidamento dell’egemonia
torinese in quegli anni fu dunque dovuto in gran parte alle prolungate
assenze del duca dai suoi domini cismontani. Fra il 1436 e il 1465, da-
ta della sua morte, si registrano infatti appena quattro soggiorni di Lu-
dovico in Piemonte: quello, già ricordato e assai breve, trascorso a Pi-
nerolo fra il novembre 1438 e l’aprile 1439; quello non meno breve fra
l’ottobre 1447 e il maggio 1448; quello, più prolungato per via della
guerra di Milano, fra agosto 1448 e dicembre 1449; infine quello, an-
cora più prolungato, dal luglio 1458 fino probabilmente all’aprile 1462,
su cui ci soffermeremo tra poco. Fra un soggiorno e l’altro trascorre-
vano di solito molti anni; abbastanza perché il Consiglio cismontano si
abituasse a funzionare come un vero e proprio governo delle province
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Sui soggiorni di Ludovico in Piemonte nel 1438-39 e nel 1447-50 cfr.
marini
,
Savoiardi e
piemontesi nel ducato sabaudo
cit., pp. 44 (in nota), 54 sg., e soprattutto i documenti pubblicati da
tallone
,
Parlamento sabaudo
cit., III,
passim
, e IX, p. 37; fra i documenti inediti, PD 92, f. 4, e
AST, Sezioni Riunite, Conti dell’Hôtel, Inv. 39, f. 18, 72.