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Parte prima Declino economico ed equilibrio istituzionale (1280-1418)

to stesso che non esistessero incaricati che si occupavano ufficialmente

di questo settore mostra che non vi era una linea precisa di intervento.

Questa non si può desumere neppure dalle decisioni prese poiché in mol-

ti casi non si sa nemmeno se le licenze per costruire vennero effettiva-

mente concesse.

In conclusione, lo scarso interesse dimostrato dai cittadini nel man-

tenere in condizioni decorose la loro città sembra trovare un parallelo

nell’indolenza del ceto dirigente nello stimolare uno sviluppo urbanisti-

co o ancora nella scarsa sollecitudine con cui vigilavano sulle violazioni

delle norme gli ufficiali a ciò preposti.

(

m. t. b.

)

2.

Il castello del principe.

Numerose città italiane appaiono sin dall’età tardo antica dotate di

un castello: esso poteva costituire l’unica fortificazione di un centro ur-

bano sprovvisto di mura oppure una difesa supplementare che alle mu-

ra si giustapponeva in posizione rilevata

33

. In entrambi i casi non si trat-

tava mai di un singolo edificio omogeneo, ma di un recinto che, per

quanto ridotto rispetto all’area urbana, era sufficientemente ampio per

ospitarne al sicuro gli abitanti: esso contiene per solito case di abita-

zione, da occupare appunto in caso di emergenza, e uno o più edifici

ecclesiastici.

Non risulta che Torino – città murata e munita di quattro porte tur-

rite già in età romana – abbia mai posseduto un dispositivo simile, men-

tre nel

x

e

xi

secolo i marchesi arduinici, che esercitano allora il potere

sulla città, risiedono negli edifici della Porta Segusina, indicata ora co-

me

castrum

ora come

palacium

;

castrum

viene d’altronde chiamata nell’

xi

secolo la Porta Doranea (corrispondente all’attuale superstite «Palati-

na»), non stupisce perciò che la porta romana meridionale, ad essa ana-

loga per struttura – detta nel medioevo Fibellona – sia a sua volta defi-

nita

castrum

34

.

Rispetto a quanto si constata in altre città di origine antica Torino

si segnala quindi per più di una ragione: innanzitutto il termine

castrum

33

Nel

vi

secolo risultano, ad esempio, città senza mura munite di castello Tortona, Ancona e

Trento; hanno invece mura e castello Bologna, Verona, Bergamo, Brescia e Susa: cfr.

a. a. settia

,

Proteggere e dominare. Castelli in città nell’Italia medievale

, in

Il castello di Casale Monferrato

(Atti

del convegno di studi), Casale Monferrato 1995, pp. 14-15, con le fonti ivi citate.

34

id.

,

Fisionomia urbanistica e inserimento nel territorio (secoli

xi-xiii

)

, in

Storia di Torino

, I, To-

rino 1997, pp. 793-95 (testo corrispondente alle note 23-29).